La corsa a salire sul carro del vincitore in occasione delle prossime regionali di Sicilia sembra sia ampiamente partita ieri con la presentazione di Nello Musumeci. Tra gli indecisi e gli incerti, puntare oggi sulla vittoria dell’ex presidente della Provincia di Catania, sponsorizzato anche dai sondaggi, sembrerebbe la cosa giusta da fare. I riposizionamenti tuttavia dureranno fino alla presentazione delle liste.
Chi non ha voluto fare mancare la propria parola di approvazione è stato il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi:“Il ticket Musumeci-Armao sarà la svolta per il rilancio dell’Isola – sospinta sul baratro del default dal malgoverno della sinistra – sul piano economico, del lavoro, delle infrastrutture. Io scenderò in campo personalmente per invitare quei siciliani che, disgustati dalla politica e dai politici, si sono rassegnati e avevano scelto di non votare, ad aiutarci a dare vita ad una nuova stagione di vero buon governo per la ripresa e lo sviluppo della loro terra. Cambiare la politica, per cambiare la Sicilia: noi abbiamo le idee e gli uomini giusti per farlo”.
Un modo anche per non lasciare troppo nelle mani della destra tradizionale il pallino delle operazioni e la gestione della candidatura. Fatto in sé comunque poco probabile, dal momento che Musumeci in persona ha delegato a sé le responsabilità principali della gestione dei rapporti tra le forze politiche (sette liste) che compongono lo schieramento.
In realtà la partita appare ancora da giocare. I 5stelle rimangono per molti lo schieramento da battere, il centrosinistra siciliano, alle prese con la scelta tra Micari e Crocetta, o anche eventuali e probabili terzi incomodi, deve ancora esprimere al proprio elettorato la sua proposta, mentre alla fine, piaccia o no a che scende oggi in campo, un ruolo importante sarà giocato dall’astensionismo.
Certo, intorno a Musumeci si sono radunate le energie di una coalizione abituata a vincere in passato e che negli ultimi anni ha dovuto passare la mano.
Le primarie del centrosinistra in Sicilia potrebbero riaprire i giochi di una coalizione ancora inquieta. Ma i tempi per celebrarle sono virtualmente passati. Il ‘bagno di folla’ che nel Pd sognano ai gazebo sarebbe un’abile contromossa, che oggi appare molto difficile da realizzare.
Della direzione che avrebbe dovuto tra i Dem ratificare ‘la formalita’ Micari, non c’è nessuna traccia. I tempi della scelta si allungano. Quelli della ricerca del candidato invece fatalmente si accorciano.