Il tribunale di Palermo ha condannato Manuela Vercio e Laura Carlino a un anno e 4 mesi di reclusione e Roberta Lubrano a un anno per il reato di omicidio colposo. Le tre, due ginecologhe e un’ostetrica, sarebbero responsabili della morte di una neonata, deceduta poco dopo essere venuta alla luce, nel 2011, alla clinica Candela di Palermo. Al processo si sono costituti parte civile, con l’assistenza dei legali Rosalba Di Gregorio e Alessandro Samatov, i genitori della piccola Antonio Volpe e Roberta Vizzini.
Il caso, nato dall’esposto dei familiari della neonata che denunciarono negligenze dei medici, è stato archiviato per ben due volte. Per la Procura la bimba sarebbe morta per un’infezione che la madre le avrebbe trasmesso attraverso la placenta. Conclusione a cui gli inquirenti erano giunti dall’esame della placenta stessa. I legali delle parti civili sono riusciti a fare riaprire l’indagine e ad ottenere una terza perizia sull’organo: l’esame ha rivelato che quella analizzata fino ad allora era la placenta di un maschietto e non della neonata.
Dall’esame autoptico è emerso che la causa della morte era stata l’asfissia e che non c’era traccia alcuna di infezione. Poche ore prima del parto la madre della neonata fu sottoposta a due tracciati che evidenziarono una sofferenza cardiaca del feto. L’ultimo riscontrò una forte bradicardia. Solo dopo 17 minuti l’ostetrica si accorse della sofferenza fetale e la bimba venne fatta nascere col cesareo. Morì il giorno dopo.