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Biodiversità, partnership Unipa-CNR. Midiri: “Previsti concorsi per figure specializzate” CLICCA PER IL VIDEO

giovedì 7 Luglio 2022

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Ridurre la perdita di biodiversità del 30% e recuperare per almeno il 15% gli equilibri eco-sistemici mediante azioni di ripristino ecologico degli habitat entro il 2030. Questi sono solo alcuni degli obiettivi del National Biodiversity Future Centre, di cui gli esperti hanno parlato questa mattina in conferenza stampa ospitata da Palazzo Steri.

Un progetto coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), creando un forte partenariato con l‘Università degli Studi di Palermo, che sarà punto centrale in Sicilia per il Centro, insieme ad altri Atenei italiani e 48 enti, per un totale di oltre 1300 ricercatori e qualche centinaio di neoassunti. Il Centro sarà strutturato secondo l’impostazione Hub&Spoke con altri otto nodi distribuiti su tutto il territorio nazionale.

Massimo Midiri

Palermo avrà un ruolo assolutamente centrale, in quanto siamo destinatari dell’hub – spiega il Magnifico Rettore di Unipa, il professore Massimo Midiri – . Metteremo in atto dei concorsi per recuperare personale altamente specializzato e per controllare questo processo che speriamo possa cambiare il volto della Sicilia, una terra che si presta benissimo ai temi della biodiversità e con l’auspicio di farne anche un centro di riferimento internazionale, e godere dei processi tecnologici nella ricerca e nella innovazione. Questo progetto è inserito nei fondi del Pnrr – conclude il Rettore Midiri – ma ne stanno arrivando altri”.

E’ un ambizioso progetto scientifico che prevede un finanziamento di oltre 320 milioni di euro per il primo triennio 2023-2025, stanziati nell’ambito PNRR. La proposta mira a mettere in campo la più poderosa iniziativa di ricerca e innovazione sulla biodiversità mai tentata in Italia, e si fonda su una sinergia tra Università, enti di ricerca, fondazioni e imprese.

Maria Chiara Carrozza

L’atto formale di costituzione del Centro è un passo decisivo – commenta Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnrconquistato grazie al grande lavoro di tutti i partner coinvolti e delle alte professionalità messe in campo. E’ una iniziativa importante del Pnrr, ufficialmente stiamo aspettando il decreto per le agevolazioni che sancisce veramente il momento di partenza, e nel frattempo stiamo lavorando scientificamente. Il Centro ha sede presso l’Università di Palermo che ci ospita e dove abbiamo raccolto tutta la comunità dei ricercatori, 50 enti che contribuiscono, 25 dei quali fanno parte del Ministero della Ricerca, 24 fra fondazioni pubbliche e private, industrie e grandi imprese. Occorre innovare nel settore della biodiversità e sviluppare le tecnologie abilitanti fondamentali“.

 

 

Andrea Pace

“E’ una grossa soddisfazione per l’Università di Palermo e per l’intero territorio – dice Andrea Pace, Prorettore della Ricerca Unipa -. La biodiversità è un bene da tutelare sotto tutti gli aspetti, e sono felice che l’attenzione dell’intero Paese sia stata rivolta su un tema così importante. Di fatto, non è solo un progetto ma un Centro che rimarrà qualcosa di stabile per il futuro, che accoglierà competenze non solo italiane, ma anche straniere, contribuendo allo sviluppo di imprese rispetto al tema decisivo della biodiversità”

Il Centro potrà rappresentare, negli anni a venire, un punto di riferimento per la comunità globale, chiamata a reagire ed agire di fronte alle imponenti sfide imposte dal cambiamento climatico. Un obiettivo altamente significativo per il comparto della ricerca, con ricadute positive sul ruolo del nostro Paese sulla scena internazionale e sulle azioni di rilancio dell’economia nazionale.

Il NBFC nasce con la finalità di aggregare la ricerca scientifica nazionale di eccellenza e le moderne tecnologie per supportare interventi operativi volti a monitorare, preservare e ripristinare la biodiversità negli ecosistemi marini, in tutto il Mediterraneo, individuando soluzioni tecnologiche innovative per raggiungere i target del Green Deal legati alla capacità di sequestro di carbonio e ai principi dell’economia circolare. Allo stesso tempo, l’infrastruttura contribuirà a formare una nuova classe di ricercatori con competenze multidisciplinari e a rendere l’Italia un nodo di riferimento per lo studio della biodiversità.

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