Un bagliore che acceca fino a trasformarsi in oscurità, un vuoto che diventa immagine, un nero profondo che isola un volto e poche mani. È stata inaugurata ieri, 11 settembre, presso Officine Bellotti a Palermo la mostra “Blackout” di Gabriele Lentini, prodotta dall’associazione TL+8.
Il progetto fotografico abita un fragile confine, dove ciò che appare si confonde con ciò che resta nascosto. Le immagini non spiegano, ma sottraggono. Cancellano i punti di riferimento. Dissolvono i contorni del corpo. Restano soltanto una traccia, una presenza inquieta che continua a vibrare nello spazio.
È una vera e propria ricerca interiore, un viaggio sospeso tra luce e oscurità, tra paura e desiderio di rinascita. Ogni fotografia invita lo spettatore a confrontarsi con i propri demoni, a guardare dentro le ferite e le rivelazioni che abitano l’animo umano.
Musa di questo percorso è Raffaella Mattioli, storica interprete dei “Mummenschanz”, che dopo oltre vent’anni dietro maschere e costumi sceglie di mostrarsi con il volto nudo. La sua presenza diventa corpo vivo e vulnerabile, segno tangibile di un cammino che dall’ombra approda alla gioia e alla libertà dell’arte.
Le immagini si costruiscono sulla tecnica spinta oltre i limiti. Lentini lavora con la sovraesposizione e la sottoesposizione, ma non come strumenti di equilibrio. Diventano scelte estreme, portate al punto di incrinare la leggibilità. Lì dove la fotografia tradizionale cerca nitidezza e fedeltà, qui prevale l’azzardo della cancellazione o del buio, fino a ridurre la forma a puro segno. Il movimento, tradotto in sfocature, sdoppiamenti, vibrazioni della linea, non funziona come effetto ma come scrittura. Non descrive ciò che si vede, inventa un altro livello, spezza la fissità del fotogramma.
Si compone così una fotografia che non obbedisce alla funzione documentaria e rifiuta l’idea di ‘correttezza’ formale, imponendosi come atto radicale, capace di destabilizzare e, al tempo stesso, di rivelare.

A sottolineare il rilievo della mostra è stata la presenza del Console della Federazione Russa a Palermo, Andrei Evgenievich Biryukov, che ha confermato la vocazione internazionale di un progetto già presentato al Festival Fotokrok di Vitebsk in Bielorussia e atteso in nuove tappe europee.
Gabriele Lentini da oltre vent’anni vive tra Italia e Russia, due mondi che hanno alimentato il suo sguardo e la sua ricerca. È membro dell’Unione dei Fotografi d’Arte della Russia e della Società Geografica Russa. Ha collaborato con il Russian Union of Art Photographers e ha esposto in istituzioni di rilievo come il Museo Manege di San Pietroburgo. Le sue opere oggi fanno parte di collezioni pubbliche come il Museo Renato Guttuso di Bagheria, oltre a essere state pubblicate su riviste internazionali come National Geographic e Geo.
L’esposizione resterà visitabile fino al 18 ottobre, dal lunedì al sabato, dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.30.