Una bombola di gas è esplosa su un barcone carico di migranti diretto a Lampedusa.
Ci sarebbero due bambini morti e un profugo gravemente ustionato che verrà trasferito al pronto soccorso dell’isola. Lo confermano fonti della Capitaneria di Porto.
Sul barcone con 37 persone a bordo ci sarebbero altri due bambini ustionati e cinque donne ferite, una grave che sta per essere portata a Palermo con l’elisoccorso.
I bambini morti sono maschietto e una femminuccia di uno e due anni le vittime della tragedia, i piccoli sono deceduti a causa di gravissime ustioni dopo una forte esplosione. Le salme dei due bambini sono state invece già portate nella camera mortuaria del cimitero, a Cala Pisana. La Capitaneria di porto sta portando i 37 salvati verso molo Favarolo.
La Guardia Costiera ha dato una prima ricostruzione dell’accaduto. L’imbarcazione a bordo della quale hanno perso la vita due bambini era stata segnalata in difficoltà questa mattina “in area di responsabilità Sar maltese, in prossimità dei limiti dell’area Sar italiana” da un motopesca tunisino che ha contattato la Guardia costiera di Lampedusa. Lo riferisce la stessa Guardia costiera.
In accordo con le Autorità maltesi – che hanno coordinato l’invio di mezzi – una motovedetta della Guardia costiera di Lampedusa è stata inviata sul posto e ha recuperato 38 migranti, parte dei quali già soccorsi dal peschereccio, tra cui anche i corpi privi di vita di due minori. Il motopesca tunisino, intervenuto per primo in soccorso, prosegue la Guardia costiera, “ha riferito di un’esplosione avvenuta a bordo del barchino. I migranti soccorsi sono giunti a Lampedusa mentre, al momento, risulterebbe dispersa ancora una donna. Un aereo ed una motovedetta della Guardia Costiera sono impegnati nelle operazioni di ricerca”.
E’ stata aperta un’inchiesta per stabilire cosa abbia innescato l’incendio. La polizia sta cercando di accertare le cause dell’incidente. Due le ipotesi al momento: l’esplosione del motore che avrebbe investito i due bimbi- di uno e due anni – che erano vicini e che sono morti carbonizzati, oppure lo scoppio delle taniche del carburante provocato da una scintilla del motore, che i profughi cercavano di riaccendere, rimasto in panne durante la navigazione. Diversi i feriti: la più grave, madre di una delle piccole vittime, sarebbe una donna d 25 anni, incinta, intubata e trasportata in elisoccorso al Civico di Palermo. Ustionati anche altri profughi seduti a poppa dell’imbarcazione. Secondo le testimonianze dei migranti la madre dell’altro bimbo deceduto sarebbe dispersa in mare. Le salme dei bambini sono già sbarcate a molo Favarolo.
I poliziotti della Squadra Mobile stanno continuando a sentire i migranti che, dopo l’incendio scoppiato sul barchino sul quale viaggiavano, sono stati portati all’hotspot di Lampedusa. La maggior parte è ancora sotto choc e le dichiarazioni, fino ad ora acquisite, sono spesso contrastanti. Qualcuno ha anche parlato di due persone disperse. E non soltanto dunque la madre del bimbo deceduto a causa delle ustioni. Fin dai primissimi, concitati, momenti del soccorso, era emerso infatti che una donna era caduta in mare. Si tratta di racconti che vengono, naturalmente, presi con il beneficio del dubbio, mentre in mare, al largo della più grande delle isole Pelagie, vanno avanti le ricerche a riscontro anche delle informazioni acquisite. Stanno per essere ascoltati anche 4 dei 5 migranti (una donna è in condizioni gravissime e dunque non potrà essere sentita) che sono stati portati al Centro grandi ustioni di Palermo. Anche i loro racconti serviranno per avere un quadro sempre più nitido della dinamica della tragedia registratasi ieri mattina