Militelo in val di Catania si appresta ad essere ufficialmente insignita del titolo di “Borgo dei Borghi 2025“.
Dopo la votazione avvenuta lo scorso 20 aprile, dove il piccolo centro barocco è riuscito a prevalere sugli altri 19 candidati, il momento tanto aspettato. La premiazione si terrà domani 14 giugno alle ore 17:30, presso il chiostro del monastero dei Benedettini.
“Abbiamo detto che sarà il giorno dell’orgoglio di Militello“, spiega il sindaco Giovanni Burtone, “dopo aver ricevuto il riconoscimento di Patrimonio dell’Unesco, per via del tardo barocco della val di Noto presente nella nostra comunità, dopo essere entrati nell’associazione Borghi più Belli d’Italia, i cittadini della nostra comunità e non solo, hanno scelto di dare onorarci con questo riconoscimento di Borgo dei Borghi 2025“.
“È emozionante – sottolinea – perché è stata una scelta che non era semplice determinare considerato che bisognava iscriversi in una piattaforma, quindi c’è stata consapevolezza da parte di chi ha votato, di chi ha voluto esprimere la propria opinione, e l’ha fatto dopo aver visto che Militello ha bellezze culturali e ambientali di grande valore: la nostra architettura, la tipologia del centro storico, i grandi monumenti, le opere d’arte presenti nei nostri musei. Ma a ciò si aggiunge anche una perla naturalistica che sta affascinando nuovi ospiti, soprattutto giovani, ed è l’Oxena, le cascate dell’Oxena“.
“Per noi – continua Burtone – questo non è un punto di arrivo ma di partenza, sappiamo che dobbiamo lavorare come amministrazione per non far scemare questa attenzione nei confronti del nostro borgo, e per fare ciò sono necessari interventi molto seri, che mettano in campo, tra i più, la capacità ricettiva e l’ospitalità. Noi siamo stati , tra virgolette, positivamente invasi da nuovi ospiti. Sono arrivati, non solo italiani, ma anche gruppi dagli Stati Uniti, dalla Polonia, abbiamo avuto tanti tanti visitatori“.
“Di tutto ciò il segno simbolico è rappresentato dalla riapertura di due attività commerciali che l’anno scorso avevano deciso di chiudere. Questi giovani sono tornati da fuori perché hanno percepito la potenzialità della comunità, e oggi mi dicono con grande onestà che sono soddisfatti per quello che c’è. Proseguiamo – conclude – con il nostro lavoro con la consapevolezza di vivere in un museo a cielo aperto.“