Sono parecchie le anomalie, secondo l’avvocato Rosalba Di Gregorio, sulla gestione del falso pentito Vincenzo Scarantino e degli altri ex collaboratori di giustizia Francesco Andriotta e Calogero Pulci durante le prime indagini sulla strage di via D’Amelio. Anomalie che la penalista palermitana ha sottolineato questa mattina durante la sua arringa nel processo “Borsellino quater” – in corso davanti alla Corte d’assise di Caltanissetta – come legale di parte civile di Gaetano Murana, uno degli imputati condannati ingiustamente nel secondo processo per l’eccidio del 19 luglio ’92 sulla base delle dichiarazioni degli stessi falsi pentiti ora accusati di calunnia.
”Nella sua requisitoria – ha detto di Gregorio – la Procura ha parlato di depistaggio a più voci. Ma sono soltanto le voci dei tre balordi? Ci sono verbali che io definisco sospetti, con interrogatori di 8 o 9 ore senza pause. I pm Anna Palma e Nino Di Matteo ci hanno parlato di episodi in cui Scarantino si fermava per mangiare un panino e consumava il pasto davanti a loro, ma di queste pause nei verbali dovrebbe esserci traccia. Invece il poliziotto Salvatore Coltraro, che abbiamo sentito sul periodo che Scarantino passò in Liguria, ricorda che l’ex pentito usciva dalla stanza e faceva pause di oltre mezz’ora”.