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Come viene vissuta la religione buddhista in occidente e quali sono i punti d’unione con l’oriente? È la domanda e spunto di riflessione dalla quale partirà Geshe Tenzin Tenphel, monaco buddhista tibetano residente all’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia, per spiegare ai giovani studenti del Liceo Scientifico Cannizzaro le origini e la filosofia, che un’antica religione come il buddhismo, porta con sé.
L’incontro dal tema “Guardando le altre culture di fronte e attraverso. Il buddhismo fra oriente e occidente”, che si terrà venerdì 22 febbraio alle ore 15.00 al Liceo Scientifico Cannizzaro (Via Generale Arimondi, 14), rientra nel Progetto Ponti Sottili del Centro Buddhista Muni Gyana di Palermo.
Questo non è il primo degli incontri interreligiosi che Geshe Tenphel tiene con i giovani dei licei italiani. Qualche anno fa, infatti, è stato già ospite del Liceo Cannizzaro per una conferenza pubblica aperta all’intera città.
Nato a Domo, in Tibet, da una famiglia di agricoltori, nel 1959 Geshe Tenphel, trovò rifugio in India, in seguito all’invasione cinese del Tibet. All’età di 17 anni entrò nell’università monastica indiana di Sera Je, dove si è laureato con la lode nel 1994 ottenendo così il diploma universitario di Geshe Lharampa, il titolo più alto del buddhismo tibetano conferito nella tradizione gelupa.
Dal 1998 risiede all’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia dove tiene lezioni di buddhismo aperte a tutti.
Geshe Tenphel a Palermo, dialogherà con i ragazzi del liceo Cannizzaro, per un incontro aperto alla città, nato con l’intento di abbattere i confini religiosi, spesso fonte di discriminazione sociale e isolamento.
“Il Centro Muni Gyana di Palermo partecipa sempre con grande piacere a queste iniziative – spiega Lucia Geraci, direttrice del Muni Gyana – perché sono occasioni di incontro con i giovani che attraverso questi momenti hanno l’opportunità di venire a conoscenza con le varie tradizioni religiose presenti nella loro città. Un’opportunità per abbattere i confini dei pregiudizi”.