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Da San Valentino a San Va lentino, il passo è breve

giovedì 13 Febbraio 2020
San Valentino

Cari miei Watson, la vostra Patti Holmes vuole celebrare San Valentino che, però, per alcuni Va lentino.

Omaggeremo il Patrono degli innamorati, i tanti baci perugina scartati, i fiori ricevuti, il romanticismo, questo sconosciuto, che in questa giornata diventa un tatuaggio all’henné che tutti amano sfoggiare e mostrare. La vostra indagatrice parlerà tra il serio e il faceto di questa ricorrenza, prima raccontandovi le origini e, poi, facendo intervenire un condominio di donne con idee controverse sull’Amore. Avanti con le “chiacchiere” che, essendo carnevale, cadono a fagiolo.

San Valentino

San ValentinoDobbiamo svelare che di San Valentino ce ne sono ben due. Il primo, nato a Terni all’epoca chiamata Interramna e raccontato dalla letteratura religiosa, avrebbe messo fine a una lite tra due innamorati donando loro una rosa; il secondo, invece, sarebbe stato martirizzato perché colpevole di aver celebrato il primo matrimonio misto tra una giovane cristiana e un pagano; ma penetriamo, più profondamente, in questi racconti, diventati leggende.

Nella prima, che è quella della Rosa della riconciliazione, si racconta che un giorno Valentino, sentendo discutere due fidanzati fuori dal suo giardino, gli andò incontro portando in dono una rosa rossa e invitandoli, così, a fare la pace. Le sue parole ebbero una tale forza rasserenante che la coppia, dopo un po’ di tempo, tornò dal Santo chiedendone la benedizione per le nozze, promettendosi amore eterno. Da qui l’usanza di donare questi fiori nel giorno più romantico dell’anno.

Nella seconda, invece, centrale è l’unione, avversata, tra Serapia e il centurione romano Sabino. Quando i due giovani riuscirono, finalmente, a vincere le resistenze dei genitori di lei, la fanciulla si ammalò di tisi e Valentino, rendendosi conto che le rimaneva poco tempo da vivere, recandosi al suo capezzale, vi  trovò Sabino che gli confessò di voler restare con l’amata per sempre. Quella volontà fu esaudita e, con l’intercessione del Santo, i due innamorati si abbracciarono in un sonno che li unì per l’eternità.

Curiosità

Questa festa risalirebbe, addirittura, a prima dell’avvento del cristianesimo e, infatti, il 15 febbraio si tenevano solitamente i “lupercalia”, antichi riti pagani dedicati a Luperco, dio della fertilità. Una celebrazione a base di sacrifici animali e frustate rituali che venne sostituita, nel 496 d.C ., anticipandola di un giorno, da Papa Gelasio I che introdusse la festività di San Valentino.

La diffusione della figura di San Valentino ha, però, anche un’origine letteraria e alcuni studiosi la attribuiscono a “The Parliament of Fowls” di Geoffrey Chaucer che lo compose, presumibilmente, durante il soggiorno in Italia dal 1372 al 1380. Nel poema allegorico, San Valentino è chiamato a sovrintendere al risveglio dell’amore e in esso la ricorrenza viene collegata al fidanzamento di Riccardo II d’Inghilterra con Anna di Boemia.

A Parigi, il 14 febbraio 1400, venne fondato “L’Alto Tribunale dell’Amore”, un’istituzione ispirata ai principi dell’amor cortese. Il tribunale, che aveva lo scopo di decidere su controversie legate a tradimenti e alla violenza contro le donne, aveva giudici che venivano selezionati sulla base della loro familiarità con la poesia d’amore.

La più antica “Valentina“, di cui sia rimasta traccia, risalente al XV secolo, fu scritta da Carlo d’Orléans, all’epoca detenuto nella Torre di Londra dopo la sconfitta alla battaglia di Agincourt (1415), alla moglie, Bonne d’Armagnac, a cui dedicò una poesia i cui primi versi recitano così: “Je suis deja d’amour tanné, ma très douce Valentinée“…

Nell’Amleto di Shakespeare, durante la scena della pazzia di Ofelia, la fanciulla canta vaneggiando: “Domani è San Valentino e, appena sul far del giorno, io che son fanciulla busserò alla tua finestra, voglio essere la tua Valentina“.

Nell’Ottocento era abitudine usare le “Valentine“, buste decorate o ricamate con motivi floreali, per inviare messaggi d’amore; ma l’usanza, a quanto pare, era già in voga, seppur in forma diversa, intorno al 1500.

Franz Kafka, il grande scrittore praghese, in una lettera d’amore indirizzata a Milena Jesenskà, giornalista, scrittrice e traduttrice ceca, scrisse alla sua musa: “Per qualche motivo che ignoro mi piaci moltissimo. Molto, niente di irragionevole, direi quel poco che basta a far sì che di notte, da solo, mi svegli e non riuscendo a riaddormentarmi, inizi a sognarti“.

La Greeting Card Association ha stimato che ogni anno vengono spediti il 14 febbraio circa un miliardo di biglietti d’auguri, numero che colloca questa ricorrenza al secondo posto, solo dopo il Natale.

San Va Lentino

 

Dopo San Valentino, ecco apparire San Va Lentino per tutti coloro che, ultimamente, non hanno avuto molti contatti con il protettore degli Innamorati. Allora immaginatevi questa scena, un condominio di donne che si riunisce per discutere di questa festa: una di loro ripete, quasi in trance: “Quando finisce un amore così com’è finito il mio, senza una ragione né un motivo senza niente, ti senti un nodo nella gola, ti senti un buco nello stomaco ti senti un vuoto nella testa e non capisci niente…”; un’altra, scocciata, risponde che più che Cocciante è “S-Cocciante”; un’altra, seraficamente, suscitando l’invidia delle amiche, riferisce il risveglio di Kundalini e la meravigliosa pratica del sesso tantrico; un’altra ancora, addirittura, passando dal sacro al profano, prima dà la colpa al povero Cupido per, poi, assolverlo in quanto chiaro caso di sfruttamento minorile.

In tutto questo bailamme, per fortuna, alla fine, interviene la padrona di casa che porta ordine e invita tutte a vivere San Valentino come la festa non solo della coppia e, quindi, escludente, ma di chi si vuol bene e, per questo motivo, includente. Chiudiamo con degli aforismi e una riflessione.

L’amore è la risposta, ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande”. (Woody Allen).

Sono proprio le soluzioni più semplici quelle che in genere vengono trascurate, quindi amate”. (Arthur Conan Doyle)

Un uomo che dubita del proprio amore, può, anzi deve dubitare di ogni piccola cosa”. (Sigmund Freud).

“Dichiarate non solo oggi, ma ogni volta che lo sentite il vostro bene a genitori, figli, amici, fidanzati, compagni, amanti del passato, presente e, chissà, futuro. Non aspettate perché ci sono momenti che non si ripeteranno e treni che non ripasseranno. Siate generosi con le parole, non costano nulla; non considerate “scontato” chi è nella vostra vita, perché domani potreste trovarlo “caro” e, ormai, inaccessibile”. (Le acquietate donne del Condominio)

 

Buon San Valentino e se quest’anno Va lentino, il prossimo, credeteci, accelererà.

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