Già dalla locandina la visita era proprio collegata alla Marcia su Roma. Infatti si legge: “Marcia su Messina, arte e architettura dell’era fascista nel centenario della marcia su Roma.Un itinerario culturale inedito alla scoperta dei monumenti della città di Messina sorti nel ventennio fascista negli anni della ricostruzione del post terremoto”. E ancora, accanto alla data della visita: mercoledì 26 ottobre nel centenario della marcia su Roma (1922-2022).
Nessun dubbio quindi sul collegamento tra l’anniversario e l’evento, organizzato a Messina in analogia con altri che ormai da anni vengono effettuati alla scoperta di siti meno conosciuti oppure poco valorizzati. L’itinerario riguardava palazzi storici (e anche istituzionali da Palazzo Zanca a Palazzo Piacentini dal Palazzo dell’Inps a quello dell’Università) che sono stati costruiti dopo il terremoto del 1908 e che, fatto altrettanto noto, ha poi compreso il ventennio fascista. A scatenare la bufera sull’organizzazione non è stata la visita in sé per scoprire l’architettura a Messina nel ventennio fascista quanto appunto il collegamento con l’anniversario, unendo la Marcia a Messina con la Marcia su Roma.
Polemiche durissime da ogni parte, e un coro unanime che ha letteralmente sommerso gli organizzatori che nel tardo pomeriggio hanno fatto “retromarcia” annullando l’evento: “precisiamo che da parte nostra non c’è stata l’intenzione di celebrare fenomeni odiosi come il fascismo che ripudiamo assolutamente e senza mezzi termini- scrive l’associazione che ha organizzato la visita guidata, la Discovery- Lo scopo era quello di far conoscere i palazzi e i monumenti realizzati in quel ventennio. Chi ci conosce sa molto bene quali sono i nostri valori ma a scanso di equivoci annulliamo l’evento con l’auspicio che questo chiarimento rassereni gli animi”.
La giornata era stata contrassegnata su facebook da durissimi interventi, come Gino Sturniolo: “Inaccettabile che si voglia celebrare la Marcia su Roma e che lo si faccia con il paravento di un’iniziativa di carattere culturale non sposta di una virgola il senso dell’evento”, il sindacalista della Uil Michele Barresi: “a memoria è quanto di più importante un individuo possa custodire . Se nella mia città oggi è possibile, sotto qualunque forma ( ripeto qualunque forma ) rievocare un ventennio orribile, devo chiedere perdono alla mia famiglia fieramente antifascista , che oggi non c’è più, che ha vissuto per un’Italia migliore di questa che ci ritroviamo”.