I progetti cofinanziati dall’Ue a Napoli e Palermo per aumentare l’uso dell’autobus e del tram hanno “subito notevoli ritardi”. E una volta che “i progetti sono stati completati, il numero effettivo di utenti è risultato significativamente inferiore a quello programmato“.
A metterlo nero su bianco è la Corte dei Conti Ue che in una relazione sulla mobilità sostenibile, redatta dopo aver visitato 8 città in quattro Paesi europei (Italia, Spagna, Germania e Polonia), bacchettano la Giunta Orlando.
A Palermo, i revisori hanno esaminato la costruzione della linea del tram e l’acquisto di autobus nuovi, con 137 e 11 milioni di euro stanziati (103 e 8 dall’Ue). Nonostante l’acquisto di nuovi bus, inoltre, sia nel capoluogo campano che in quello siciliano l’età media del parco vetture è aumentata dal 2013 al 2018 da 12,1 a 13,4 anni per Napoli e da 10,3 a 12,4 anni per Palermo. In generale, sottolineano i revisori Ue, nonostante i finanziamenti Ue nelle città europee non c’è stata “riduzione significativa nell’uso dell’automobile e l’inquinamento in molte città tuttora supera i limiti di sicurezza”.
Insomma nuove grane per l’assessore alla Mobilità Giusto Catania e per il sindaco Orlando.
Il MIT lo scorso 18 dicembre ha bocciato il progetto delle nuove linee tram D-E-F-G, dando tempo fino al 30 aprile per integrare i documenti tecnici. A Palazzo delle Aquile hanno meno di due mesi per convincere il Ministero dei Trasporti e l’Europa che il progetto delle nuove linee di tram è valido e conveniente.
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