“Caccamo si trova in una fase delicata, ma non priva di prospettive“. A raccontarlo è il sindaco Franco Fiore, che offre una fotografia lucida dello stato attuale del Comune, il quarto più grande per estensione della Provincia di Palermo, con un territorio in gran parte rurale che comporta anche la gestione di incendi, manutenzione delle strade e sicurezza nelle campagne, tra criticità storiche e sforzi amministrativi in corso.
“Quando mi sono insediato nel giugno 2022 il Comune era in pre-dissesto, con un disavanzo dichiarato di 90 mila euro – spiega –. Ma nel 2023 la Corte dei Conti ha accertato che il buco era di 5 milioni. Siamo stati costretti a dichiarare il dissesto il 29 agosto 2023. Da quel momento è entrata in funzione la commissione straordinaria di liquidazione, incaricata di chiudere i debiti accumulati fino al 2021. L’amministrazione, intanto, attende dal Ministero l’approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato 2022-2024, documento decisivo per poter tornare a programmare il futuro”.
Il dissesto si intreccia con un problema politico che complica ulteriormente la situazione. “In Consiglio comunale non abbiamo una maggioranza stabile. Ogni atto, dal DUP alle delibere più urgenti, diventa una trattativa che fa perdere tempo e rallenta l’azione amministrativa”.
A pesare sono soprattutto le carenze di personale. “Abbiamo un solo ispettore di polizia municipale, nessun assistente sociale, un architetto part-time e un geometra che andrà presto in pensione. Non possiamo assumere e anche la manutenzione ordinaria diventa complicata”. Un vuoto che incide anche sui servizi sociali: “Da quando mi sono insediato il Comune è privo di un assistente sociale stabile. Ci arrangiamo con figure a scavalco provenienti da altri Comuni, ma garantiscono solo poche ore a settimana”.
Per i grandi comuni, e ancor di più per i piccoli, la gestione delle risorse idriche rappresenta una delle sfide più complesse. “In estate la turnazione è arrivata a dieci giorni. Dopo le nostre richieste la cabina di regia regionale ha concesso un surplus e oggi abbiamo 22 litri al secondo, con distribuzione ogni cinque giorni. È una situazione più sostenibile, ma non possiamo fermarci. Stiamo portando avanti la ricerca di nuove falde: se venisse confermata, la frazione di San Giovanni dei Greci potrebbe diventare autonoma, alleggerendo così i consumi del centro”.
Sul fronte sanitario, la comunità ha pagato la perdita del pediatra storico, Domenico Porretta. “Oggi manca una figura stabile, e questo pesa molto sulle famiglie. È un problema che cercheremo di affrontare nei prossimi mesi”.
Nonostante le difficoltà, non mancano i risultati. L’amministrazione rivendica i progressi sulle infrastrutture scolastiche: “Abbiamo completato l’efficientamento energetico della scuola elementare, avviato il consolidamento dell’istituto alberghiero e sistemato via Sant’Orsola, una strada fondamentale per i soccorsi. Sulla scuola media abbiamo avuto diversi stop, ma stiamo lavorando per far ripartire i cantieri”.
Grazie ai fondi b e regionali sono arrivati anche interventi per il castello e per la comunità: “Abbiamo ricevuto un pulmino per disabili, finanziamenti per la manutenzione straordinaria del castello e per l’illuminazione artistica. Abbiamo reso più accessibile il castello con una passerella e nuovi infissi, ma restano lavori da fare sui tetti e sull’impianto interno”.
Ma amministrare Caccamo non significa solo occuparsi del centro urbano. “Gestire un territorio così vasto significa anche affrontare i problemi legati alla campagna. Oltre alle strade interpoderali, spesso sistemate grazie a fondi regionali destinati alle associazioni di agricoltori, restano criticità come gli incendi estivi e i furti di pali e fili elettrici. Il Comune, in dissesto, può intervenire solo per le spese essenziali”.
Altro fronte è quello dei rifiuti. “Abbiamo il sistema di raccolta porta a porta e il centro del paese è pulito, mentre il problema si concentra soprattutto nelle periferie. Disponiamo solo di due telecamere mobili per individuare chi abbandona i sacchetti, ma cerchiamo di intervenire subito per evitare micro discariche. Non possiamo azzerare il fenomeno, ma riusciamo a contenerlo”.
Sul piano turistico, Caccamo vive un fenomeno in continua crescita: “Da anni tanti stranieri acquistano e ristrutturano case qui. Oggi abbiamo più di cento nuovi residenti americani, inglesi, francesi e norvegesi. Non solo portano vita al paese, ma ristrutturano immobili abbandonati, creando lavoro per artigiani e imprese locali”.
Guardando avanti, le priorità sono chiare: “Completare i lavori nelle scuole, garantire acqua regolare e riattivare le assunzioni. Senza bilancio non possiamo fare nulla, ma non ci fermiamo. Stiamo organizzando la sagra della salsiccia e abbiamo ripreso anche la sagra della pizza, interrotta nel 2019 e tornata quest’anno. Sono momenti che rafforzano l’identità e l’economia del territorio”.
“Per superare le criticità serve maggiore attenzione da parte della Regione. Troppi bandi chiedono cofinanziamenti impossibili per i Comuni in dissesto, e questo finisce per penalizzare territori già fragili. Non possiamo essere messi nelle stesse condizioni di chi ha bilanci solidi, perché non abbiamo le stesse possibilità di accesso alle risorse. Anche un piccolo contributo negato può significare la perdita di un’opera pubblica o di un servizio importante per i cittadini – conclude –. Io ce la sto mettendo tutta, ma non è facile amministrare senza una maggioranza in consiglio comunale e con un dissesto ereditato. Ogni giorno dobbiamo fare i conti con limiti oggettivi che rallentano la nostra azione. Però non ci arrendiamo: continuiamo a lavorare con determinazione perché Caccamo merita attenzione, rispetto e nuove opportunità”.