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Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha reso omaggio stamane a Caltanissetta alle centinaia di vittime nelle miniere. Lo ha fatto con una sobria cerimonia, assieme al sindaco della città, Roberto Gambino, svoltasi nel piccolo Cimitero dei “carusi”, in occasione del 140° anniversario della tragedia di Gessolungo, quando nella miniera a seguito di un’esplosione ci furono 65 vittime, tra le quali 19 bambini e ragazzi, fra gli otto e i sedici anni.
Presenti alla commemorazione anche i vertici della prefettura, delle autorità militari e alcune scolaresche.
E proprio il 12 novembre di ogni anno è stato scelto dal governo regionale per celebrare in Sicilia la “Giornata in memoria delle vittime nelle miniere”. La giunta ha votato la settimana scorsa un apposito disegno di legge, già trasmesso alla presidenza dell’Assemblea regionale siciliana per la sua approvazione definitiva. Dall’Unità d’Italia agli anni Sessanta del secolo scorso sono stati circa 350 i siciliani morti all’interno delle miniere dell’Isola.
«Abbiamo voluto accendere i riflettori – ha detto Musumeci – su una delle pagine più vergognose della storia siciliana contemporanea, quella dello sfruttamento di tanti essere umani, giovani e meno giovani. Una pagina sulla quale abbiamo tutti il dovere di promuovere la conoscenza, soprattutto fra i ragazzi della scuola, una pagina che ci insegna ad avere rispetto per gli altri, soprattutto per i più deboli, per gli emarginati, quelli che erano diventati pegno umano nelle mani di pochi, a fronte dell’indifferenza di tutti i governi che si sono alternati e hanno preferito volgere lo sguardo da un’altra parte».
Il presidente della Regione ha annunciato che l’obiettivo del governo è quello di predisporre un Piano di recupero e valorizzazione delle miniere regionali dismesse. Subito dopo la commemorazione, il presidente Musumeci, accompagnato dalla soprintendente ai Beni culturali di Caltanissetta, Daniela Vullo, si è recato nella ex miniera Trabia-Tallarita, di proprietà della Regione, per un importante recupero di archeologia industriale e farne «uno spazio museale moderno e suggestivo, per tenere vivo il ricordo di un’esperienza economica e sociale segnata, per oltre un secolo e mezzo, da un lungo calvario umano, ma anche da una preziosa attività industriale».