“Il periodo storico che viviamo in Sicilia e nel resto del Mezzogiorno d’Italia è drammatico. Gli effetti della crisi internazionale, ormai cristallizzata, non accennano a placarsi ed i cittadini la vivono sulla loro pelle, non riuscendo ad arrivare alla fine del mese“, a dirlo è Vincenzo Figuccia, deputato regionale UDC e leader del movimento CambiAmolaSicilia.
“Le prospettive future non sono rosee, non stupisce, quindi, che negli ultimi quindici anni 2 milioni tra giovani e lavoratori qualificati del Mezzogiorno, sono emigrati dalla loro terra natia verso il Nord perché privi di ogni speranza, aumentando il divario tra le due aree del paese“, prosegue Figuccia.
“L’assenza dell’intervento statale unito al mancato utilizzo dei fondi infrastrutturali europei – spiega il deputato regionale – ha di fatto condannato il Mezzogiorno ad una condizione di arretratezza cronica nell’indifferenza della politica dei Governi centrali che si sono alternati negli ultimi decenni, responsabili di avere “accantonato” la questione meridionale“.
“Tutto ciò si è tradotto in una riduzione progressiva dei servizi primari per i cittadini, rendendo ancora più invivibili le aree del Sud, ormai divenuto terra coloniale per le multinazionali che sul territorio fanno quel che vogliono, mettendo a repentaglio la salute dei cittadini per il “profitto a tutti i costi” che perseguono“, aggiunge Figuccia.
“L’ultimo caso eclatante riguarda l’autorizzazione concessa da un funzionario dell’Assessorato regionale all’Energia (finito nel frattempo agli arresti domiciliari per un caso analogo) per la realizzazione di un impianto di biometano, senza la preventiva Valutazione di impatto ambientale, previsto all’interno di un’area agricola di Grottarossa, in territorio nisseno, rinomato per la produzione di pesche e vigneti di alta qualità biologica”, sottolinea il leader del movimento CambiAmolaSicilia.
“Quello che si sta perpetrando è una vera e propria violenza devastante sull’ambiente naturale – continua – per ragioni legate a dei vantaggi economici che tra l’altro non ricadranno sulle popolazioni locali che, invece, avranno ripercussioni negative legate all’inquinamento delle proprie terre. Stiamo avvelenando i mari, i fiumi e gli elementi naturali e perfino l’aria, senza la quale non è possibile la vita, ed alla fine ciò per cui viviamo lo volgiamo a nostra rovina, come testimoniano i casi di patologie in continuo aumento legate all’inquinamento ambientale, ricordando il caso della morte della giovane e radiosa conduttrice televisiva Nadia Toffa che tanto scalpore e commozione ha suscitato nel paese“.
“Siamo arrivati ad un punto di non ritorno ed è un dovere morale da uomini e donne del Meridione reagire per poterci salvare dalla catastrofe imminente che ci porterà all’autodistruzione. Dobbiamo essere uniti nella protezione dell’ambiente che è diventato troppo diverso da quello che ne rese possibile l’origine della vita. Dobbiamo unirci per combattere i cambiamenti climatici che secondo la scienza entro il 2050 renderanno l’area Mediterranea a rischio di abitabilità“, aggiunge.
“La battaglia per salvare il pianeta, riguarda la collettività ed è quanto mai attuale, in quanto a rischio è la nostra vita e non solo quella delle future generazioni. Per tali ragioni Domenica 1 settembre in occasione della Giornata Internazionale per la Cura del Creato, inizierò proprio da Grottarossa uno sciopero della fame, presidiando con una tenda l’area in cui è prevista la costruzione dell’impianto di biometano“, dice ancora Figuccia.
“È giunto il momento di rialzare la testa e di riprenderci nostra dignità calpestata, per tali motivazioni auspico di avere al mio fianco non solo gli agricoltori, ma tutta la gente di buona volontà a sostegno di una battaglia per la difesa della nostra stessa esistenza su questo pianeta troppo spesso abusato“, conclude Vincenzo Figuccia.