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Le elezioni in Umbria con il trionfo del centrodestra a guida leghista devono avere galvanizzato Stefano Candiani, commissario della Lega in Sicilia, che dopo aver trascorso l’ultimo mese in Umbria è tornato nell’Isola con più determinazione, soprattutto adesso che i sondaggi riportano il Carroccio nell’olimpo della politica italiana e forte di quel 21 per cento, un tempo impensabile, ottenuto dalla Lega in Sicilia alle scorse elezioni europee.
E’ un Candiani a tutto campo quello che abbiamo intervistato a Enna, dove ha riunito lo stato maggiore leghista della Sicilia. Parla di Musumeci, precisando ancora una volta che la Lega non è al governo regionale, non ha posti in Giunta e non ha nemmeno parlamentari all’Ars (come dire che il suo partito è ben lontano da quanto sta accadendo nei palazzi del potere isolano, soprattutto dallo spettacolo dei giorni scorsi in occasione del voto sulla riforma dei rifiuti), tuttavia non chiude la porta a un eventuale “soccorso verde” ma solo a determinate condizioni: “Dal palco di piazza San Giovanni le parole Musumeci facevano ritenere che noi fossimo al governo siciliano. Forse è un suo desiderata. A noi piace essere concreti, ci piace parlare di temi, di programmi, di problemi della Sicilia e della ricerca delle soluzioni. Se parliamo di queste cose, allora partecipiamo volentieri a sostenerlo, anche non direttamente ma con un sostegno politico esterno che la Lega sa dare in modo convincente. E’ indubbio che se la Regione siciliana si coordina con noi, ecco che si possono trovare anche delle soluzioni ai problemi dell’Isola. Ma, per favore, basta con le alchimie politiche che non ci interessano”.
Candiani precisa poi il perchè la scorsa settimana è uscito con un comunicato stampa tranciante rispetto a una sedicente “Lega dei meridionali” che adopera simboli e slogan leghisti e pareva essere una sorta di organizzazione parallela: “Una cosa è certa, la Lega di Matteo Salvini è rappresentata da Matteo Salvini e dalle sue sezioni territoriali. Ci sono poi soggetti che usano slogan e simboli della Lega e si vendono come fossero la Lega. Come si dice nelle pubblicità, diffidate dalle imitazioni. Noi li abbiamo diffidati, perchè non c’entrano nulla con la Lega”.
Poi torna a parlare di politica e di prospettive: “Ci piace pensare che quel che è successo nella rossa Umbria possa trovare anche in Sicilia a tutti i livelli applicazione – aggiunge il commissario leghista – non con una presenza pro-forma, ma a pieno titolo e con una volontà di rompere alcuni schemi che ancora oggi relegano la Sicilia agli ultimi posti in molte classifiche”. E a questo proposito, smentisce voci (che in questo periodo si erano susseguite insistenti) di un suo abbandono imminente della carica di commissario della Lega in Sicilia: “E’ divertente che si ripetano periodicamente queste voci. C’ è un lavoro da fare: come dissi tempo fa, il mio compito è essere l’allenatore di questa squadra che sta crescendo in Sicilia. Che continuino pure a pensare che domattina io me ne vada. Come è stato in Umbria, il lavoro è durato 5 anni e penso che anche qui ci sarà un percorso medio-lungo da seguire. Come dicevano gli antichi e come ho già detto in passato, “hic manebimus optime”.
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