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La grande incompiuta

Capalc Taormina, obiettivo polo scolastico: il Comune verifica la vulnerabilità sismica

sabato 2 Dicembre 2023

Nuovo tentativo del Comune di Taormina di rimettere in funzione il Capalc, l’ex scuola convitto albergo di Taormina, la grande incompiuta per eccellenza del patrimonio pubblico della capitale del turismo siciliano. L’Amministrazione del sindaco Cateno De Luca ha disposto l’avvio di una indagine finalizzata ad accertare la vulnerabilità sismica dell’immobile.

Nella “mission” affidata agli uffici c’è anche un indizio su quella che potrebbe poi essere l’eventuale destinazione per tentare di andare a “resuscitare” un bene che è ormai dormiente, in una condizione di totale abbandono e degrado da ormai 30 anni. “Ambiente suscettibile di affollamento, scuola”, così viene specificata la definizione che riguarda il Capalc, che un tempo d’altronde è già stato utilizzato come scuola, prima con un ente universitario e poi con un consorzio per la formazione turistica internazionale. Da ormai tre lustri il Capalc è rimasto chiuso e si è così completata la condizione di fatiscenza che già da tempo aveva iniziato a caratterizzare lo stato dell’edificio sito in contrada Sant’Antonio.

L’idea del Comune adesso sarebbe quella di provare a rifunzionalizzarlo collocando qui le scuole di Taormina centro, nell’ottica di un polo scolastico. Ma prima di tutto c’è da capire quanto costerebbe un’operazione del genere e soprattutto in quali condizioni è attualmente il Capalc, in termini strutturali ed appunto per quanto concerne la vulnerabilità sismica. Per questo la casa municipale lo ha inserito in una indagine che in una più ampia attività riguarderà anche Palazzo Corvaja (che è stato da poco ristrutturato, con relativi lavori di risanamento conservativo) e il palazzo municipale, Palazzo dei Giurati.

“L’Amministrazione intende redarne la vulnerabilità sismica a salvaguardia intanto della pubblica e privata incolumità, espressamente previsti per legge”, ha evidenziato l’assessore ai Lavori pubblici, Antonio Lo Monaco. Per l’accertamento della situazione del Capalc e degli altri due beni il Comune, con delibera di Giunta che assegna le somme agli uffici, ha impegnato la cifra complessiva di 98 mila 700 euro per il conferimento di un incarico professionale.

Le stime ufficiali dicono che i beni del Comune valgono quasi 300 milioni di euro ma è un patrimonio dentro il quale ci sono le vicissitudini di edifici in abbandono da parecchio tempo, altre strutture che potrebbero essere date in affitto ma restano chiuse e nel complesso il tempo e l’incuria diventano poi un nemico sempre più difficile da combattere a fronte dei pochi margini di azione che può avere per sistemare i suoi beni un ente che ha dichiarato nel 2021 il dissesto finanziario. L’ente negli anni scorsi ha dato disponibilità alla vendita per 16 immobili ma le procedure non sono state poi avviate in nessun caso e neanche per darli, in alternativa, in gestione e provare a ricavarne un canone di locazione. Quest’anno è emersa la possibilità – che ha fatto molto discutere (e continua ad alimentare una conflittualità tra chi è favorevole e chi è contrario) di dismissione del locale ex La Giara e di Badia Vecchia, su iniziativa del sindaco Cateno De Luca, che vorrebbe dismettere tali immobili e cederli al Parco di Naxos-Taormina, al fine di determinare la nascita in città, in particolare, di una scuola di archeologia.

Alle porte del 2024, il caso più spinoso rimane tuttavia quello del Capalc, il cui valore ufficiale rischia di “sbriciolarsi” e crollare dai circa 22 milioni di euro stimati a suo tempo a neanche 5 milioni di questi tempi, ma l’ex scuola convitto albergo è solo l’esempio più eclatante di un lungo elenco di immobili per i quali non si trova una soluzione che li riesca a valorizzare.

Il Capalc nel 2005-2006 era stato ad un passo dalla svolta, quando l’Università di Messina intendeva prendere il complesso in gestione dal Comune di Taormina e realizzare qui una facoltà di Scienze dell’Alimentazione ma quella iniziativa si è poi arenata sia per la prematura morte del sindaco del tempo, Aurelio Turiano (scomparso il 19 gennaio 2006), sia perché non arrivò il placet del Consiglio comunale di allora. In seguito questo edificio accolse anche le famiglie sfollate della frana di piazza Franz Pagano sino al 2007.

Il Comune aveva avviato nel 2014-2015 una interlocuzione con la Cassa Depositi e Prestiti ma anche questa eventualità è naufragata in fretta. Mentre nell’ultimo biennio la passata Amministrazione aveva portato avanti una discussione con Rfi, per capire la disponibilità delle Ferrovie dello Stato a prendere in gestione il Capalc, durante il periodo (un decennio praticamente) che caratterizzerà i lavori di realizzazione della nuova linea ferroviaria. Si ipotizzava in particolare di destinare l’ex scuola convitto albergo a sede degli uffici di Rfi o parzialmente a qualche attività di cantiere, attraverso intanto degli interventi di riqualificazione, per poi riavere in futuro un bene a disposizione in condizioni adeguate. Dopo il relativo sopralluogo, tuttavia, Rfi ha detto no a questa proposta. A questo punto prende quota la soluzione alla quale pensa l’Amministrazione insediatasi al governo della città cinque mesi fa e cioè quella di realizzare qui un polo scolastico.

Il Capalc potrebbe accogliere in futuro nei propri locali le scuole medie ed elementari che attualmente si trovano nel plesso della “Ugo Foscolo” di via Cappuccini. Le classi elementari sono state trasferite presso la media nel 2004, a causa della chiusura della “Vittorino da Feltre”, e da quel momento non sono più rientrate in quello storico edificio. Nell’ultimo ventennio si è determinata, di riflesso, una condizione di difficile convivenza, in termini di spazi, tra le due scuole, posizionate in un unico plesso, realizzato negli Anni Settanta e concepito allora per accogliere soltanto le classi della scuola media. Da questa ed altre valutazioni nasce la considerazione che si possa e si debba trovare al più presto una nuova ed adeguata destinazione, senza dimenticare che la Via Cappuccini è una strada che non ha alternative in entrata ed uscita per la viabilità e questa ulteriore criticità acuisce le difficoltà di circolazione e spinge la casa municipale a dover accelerare per trasferire altrove gli studenti.

E chiaro che il Capalc necessita di tempo ma soprattutto di risorse importanti per tornare in funzione. E non sarà semplice il reperimento delle somme per un Comune che sta facendo registrare passi in avanti in termini di liquidità nel forziere municipale ma che almeno ancora per un altro anno sarà in dissesto finanziario. Ora c’è da capire se si andrà sino in fondo o se anche questo scenario rimarrà l’ennesimo capitolo di una storia ormai trentennale che nel caso di questo immobile racconta di tante ipotesi che si sono fatte e nessuna soluzione che si è poi concretizzata. Nel frattempo verrà effettuata l’indagine di vulnerabilità sismica per capire le effettive condizioni del gigante dormiente di contrada Sant’Antonio.

 

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