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Enti locali

Patrimonio di Taormina: il Comune costituirà una società di gestione dei beni

martedì 26 Settembre 2023

Il Comune di Taormina prova ad invertire la rotta sulla gestione del patrimonio dell’ente. E’ stato approvato nelle scorse ore in Consiglio comunale il nuovo regolamento che riguarda la disciplina dei beni della casa municipale. L’obiettivo è quello di imprimere un cambio di passo perché il valore complessivo dei beni di cui dispone il Comune di Taormina è di quasi 200 milioni di euro, ma parecchi immobili sono sprofondati in una condizione di fatiscenza e in altre situazioni i pochi edifici utilizzabili sono al centro di contese sulle locazioni non pagate dai privati.

La Perla dello Ionio va nella direzione della nascita di “una società a totale partecipazione pubblica, con finalità di gestire tutti gli immobili comunali”, che potrebbe diventare realtà già nel 2024. E questa soluzione rientra anche nel piano “Salva Taormina”. “La Città di Taormina ha una delle rendite più alte in Italia e in Europa in termini di patrimonio – spiega il sindaco Cateno De Luca -. Il nostro Comune ha tanti beni di assoluto pregio ma ridotti ad una condizione disastrosa. Per questo non ci sono dubbi che la nostra volontà sia quella di costituire una società di gestione del patrimonio comunale. Bisogna attuare un’azione che porti all’utilizzo massimo e ad uno sfruttamento corretto e produttivo di tutti i beni, di quella che è una miniera. Questo lo si potrà fare quando il dissesto si chiuderà”.

Il caso più significativo è quello del Capalc, l’ex scuola convitto albergo di contrada Sant’Antonio. Un potenziale “gioiello” lasciato all’abbandono e al degrado più totale da ormai 30 anni a questa parte, con un valore sulla carta di 22 milioni di euro, stando al piano delle alienazioni previsto qualche anno fa ma che, in sostanza, ad oggi rischia di non valere più nemmeno 5 milioni.

Nel frattempo si studiano i primi passi verso una società ad hoc. “Stiamo approfondendo i margini che abbiamo per iniziare e se già possiamo prevedere l’accantonamento delle risorse per il capitale sociale e per fare un apposita struttura. Va anche detto che non esiste realmente un inventario degno di questo nome con i valori reali ed attuali di mercato ed è ovvio che il nostro stato patrimoniale è impreciso, definiamolo così, nel valore e nel censimento. Ma dovrei usare termini più pesanti”, evidenzia De Luca.

L’Amministrazione taorminese rimarca di aver dato avvio “ad una procedura di valorizzazione dei beni” e De Luca utilizza un’espressione eloquente: “Stiamo cercando di riqualificare il patrimonio ma c’è il rischio di trovarci in delle situazioni da Fontana di Trevi”. Il riferimento è ai beni sui quali è stata avviata una trattativa con il Parco di Naxos-Taormina per la cessione all’ente regionale della Badia Vecchia, dell’ex La Giara e dell’ufficio tributi di Corso Umberto. “Noi disponiamo della titolarità dei locali dell’ufficio tributi, e quindi accanto c’è La Giara, tuttavia questo bene catastalmente non esiste e risulta ancora essere un terreno. Per questo è stato avviato un sub-procedimento per poter catastare il tutto rispetto ad una castazione che non esiste”.

Infine l’ammissione da parte del primo cittadino sulla condizione complessiva dei beni comunali a Taormina: “La verità è che non abbiamo un solo bene agibile, perciò diventa fondamentale la consistenza del bene anche sotto il profilo giuridico e amministrativo. La classificazione del patrimonio è anche questa. E ogni bene viene catalogato secondo dei criteri che ne cambiano il valore. Per portare un immobile all’agibilità serve un investimento, una programmazione e una previsione in bilancio. Ogni opera pubblica che si va a realizzare accresce il patrimonio dell’ente. Così il patrimonio diventa un documento aperto, che si aggiorna secondo i finanziamenti che l’ente riceve e quindi con l’accrescimento del capitale sociale”.

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