Un tesoro prezioso e da salvaguardare. L’oro blu nell’Isola non è mai stato così tanto gelosamente custodito. Tra condotte a secco e razionamenti, l’estate siciliana sotto il segno della crisi idrica trascina con sé tanti punti interrogativi. A pagarne le conseguenze sono sempre i consumatori.
Secondo il XIX rapporto di Cittadinanzattiva sul servizio idrico integrato non vedono la Sicilia come una delle regioni con le bollette più care, ma i costi restano comunque in contrasto con i disservizi e i problemi legati alle reti colabrodo. Una serie di quesiti concatenati che, infine, sfociano nella diffidenza sulla qualità e la potabilità dell’acqua. Dall’emanazione dello stato di emergenza l’attenzione si è focalizzata dalla gestione delle stesse reti idriche e dei pozzi, destinatari dei fondi per combattere la crisi e protagonisti di progetti e investimenti già programmati.
I dati del primo rapporto sulla qualità dell’acqua potabile in Italia, del Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque (CeNSiA) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), sono rassicuranti. Il 99,1% dei campioni rispetta tutti i parametri di sicurezza previsti dalla legge. Una percentuale che si attesta tra il 99 e il 97,2% in Sicilia. Eppure più di un italiano su tre “non si fida” dell’acqua che sgorga dai propri rubinetti e i numeri si abbassano nell’Isola. I motivi? L’abitudine, l’igiene delle autoclavi, il sapore o i timori per la salute.
I timori non appaiono dunque fondati, ma le vicende che si sono susseguite negli ultimi mesi non hanno fatto altro che gettare ancora più dubbi. Le preoccupazioni dei cittadini sono state raccolte da Adiconsum. “Si tratta di una crisi idrica ampiamente prevista da mesi. Malgrado ciò – ha dichiarato il presidente Antonio Rocco – l’impressione è che invece di porre in essere quanto necessario per limitare danni e disagi si stiano semplicemente attendendo le piogge. In buona sostanza si ravvisa l’assenza di una vera e propria regia di controllo da parte delle istituzioni soprattutto in ambito della distribuzione dell’acqua da parte dei privati. Infatti, parallelamente al soccorso fornito e gestito dai soggetti pubblici, vi è un sistema di distribuzione che avviene con autobotti private, con grandi incertezze e rischi per la salute dei cittadini-consumatori considerato che non vi sono sufficienti controlli sia sulla provenienza dell’acqua che sulle necessarie sanificazioni alle quali periodicamente dovrebbero essere sottoposte le autobotti“.
Controlli e costi: le speculazioni sono dietro l’angolo. L’associazione per la difesa dei consumatori, nonostante non vi siano state ancora importanti segnalazioni, mette in guardia i cittadini: “Infine, non possiamo escludere che questa assenza di controlli possa determinare in alcuni casi speculazioni nel prezzo dell’acqua proposto da alcuni operatori privati“.