“Il destino delle persone che hanno sbagliato e sono affidate allo Stato non può essere quello di essere abbandonati dentro alte mura ricoperte da filo spinato. Questi uomini e queste donne, anche se hanno commesso errori, hanno le loro storie, le loro vite, le loro famiglie e, soprattutto, una loro dignità che va rispettata e preservata. Il loro destino scruta le nostre coscienze prima ancora che il nostro dovere e il loro diritto di “vivere”, in un contesto propenso alla rieducazione e alla risocializzazione e non al suicidio, deve essere per tutti noi motivo di impegno e, se serve, di denuncia politica e sociale”. Lo dichiara Totò Cuffaro, segretario nazionale della Dc che oggi partecipa al sit-in davanti all’istituto penitenziario Ucciardone di Palermo.
“Dobbiamo dare loro una speranza perché trovino la forza di riorganizzare la loro speranza e andare incontro alla vita piuttosto che cercare la morte. Oggi partecipiamo al sit-in davanti all’istituto penitenziario Ucciardone di Palermo per ricordare che il carcere non è storia di corpi ma storia di anime” conclude Cuffaro.