“Ho ascoltato il messaggio del Papa all’Angelus sul rispetto per i detenuti e mi sono soffermato a leggere il report del garante nazionale dei detenuti circa la condizione carceraria in Italia. Sono sconvolto dai dati emersi che non sono solo numeri ma anime: 72 suicidi dall’inizio dell’anno ad oggi”. Lo dichiara Totò Cuffaro, segretario nazionale della Dc.
“L’articolo riporta che, tra questi 72, solo 29 erano stati giudicati e condannati in via definitiva, gli altri erano in attesa di giudizio ricorrenti, appellanti e uno addirittura internato provvisoriamente. Ma quello che più di tutto mi inquieta è la fascia di età di chi sceglie di togliersi la vita. Scelta che per la maggior parte viene compiuta dai giovani tra i 26 e i 39 anni, i nostri ragazzi, persi nell’oblio della pena, giovani senza speranza”, prosegue Cuffaro.
“Credo che il tempo del cordoglio debba obbligatoriamente tracciare un solco nella politica che – prosegue – deve con urgenza adoperarsi e intervenire concretamente per ridurre drasticamente la densità detentiva, potenziare il corpo di polizia penitenziaria e dare ristoro anche agli agenti sottoposti a turni massacranti nell’espletamento delle loro funzioni, i nostri servitori dello stato, stremati spettatori che spesso si sono arresi al teatro degli orrori e che hanno anche loro scelto di togliersi la vita”, aggiunge il segretario nazionale Dc.
“In ultimo, in linea con i nostri principi costituzionali che ci impongono un trattamento mai contrario al senso di umanità anche nell’espiazione della pena, serve assicurare l’assistenza sanitaria, psicologica e psichiatrica ai detenuti. Forse la politica si è convinta che prendendo posizioni e scegliendo di avviare riforme complessive urgenti potrebbe perdere consensi, ma dovrebbe riflettere che non prendendole si perde la cosa più preziosa che abbiamo, il senso di umanità e noi stessi. C’è una catastrofe in atto, uno sterminio di esseri umani e oggi è già tardi”, conclude Cuffaro.