“Gaetano Cappellano Seminara era l’amministratore giudiziario più competente di tutta la Sicilia ed era dotato e supportato da una struttura ben organizzata. Le nomine degli amministratori giudiziari sono collegiali. Non vi è stata nessuna trattativa privata“.
E’ quanto ha affermato l’avvocato Sergio Monaco, difensore di fiducia dell’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, nel corso dell’udienza del processo sul cosiddetto “Sistema Saguto”, che si celebra a Caltanissetta nei confronti di 15 imputati.
Un sistema basato, secondo l’accusa, sul continuo scambio di favori e la gestione privatistica dei beni sequestrati alla mafia con al centro l’ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo Silvana Saguto, anche lei sotto processo.
Gaetano Cappellano Seminara, per gli inquirenti, sarebbe stato uno dei professionisti del cerchio magico del magistrato e in forza del rapporto con la giudice avrebbe ricevuto decine di incarichi. Tra le contestazioni della Procura c’è l’affidamento da parte di Cappellano Seminara di consulenze al marito della Saguto, Lorenzo Caramma, in una procedura di prevenzione.
“Nel 2010, l’ingegnere Lorenzo Caramma – ha detto l’avvocato Sergio Monaco – non era un disoccupato preso per strada a cui dare una sistemazione. E’ stato consulente del tribunale e perito soprattutto in incidenti stradali. Aveva competenze specifiche. Il fatto che la moglie fosse un magistrato, non era ritenuto un elemento ostativo. Questa situazione veniva invece ritenuta come un elemento di garanzia, di serietà e attendibilità“.
“Era il 2004 quando Caramma e Cappellano si incontrarono e Cappellano iniziò a dargli degli incarichi per le caratteristiche di dedizione e spirito di sacrificio che aveva Caramma. – ha aggiunto – Nel febbraio 2010, quando Silvana Saguto diventa presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, cosa avrebbe dovuto fare Cappellano Seminara? Doveva mandarlo? Sarebbe stata una grave discriminazione. Non c’era un divieto normativo“.