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Le iniziative

Casteldaccia ricorda il sindacalista Andrea Raia per l’ottantesimo anniversario della sua uccisione

sabato 3 Agosto 2024

Lunedì 5 agosto a Casteldaccia si terranno due iniziative in ricordo di Andrea Raia per l’80esimo anniversario della sua uccisione.

Alle 10 sarà deposta una corona al cimitero comunale e alle 17 si terrà presso l’Auditorium comunale del paese con una conferenza dal titolo “Memoria e impegno antimafia”.

All’iniziativa in ricordo di Andrea Raia all’Auditorium interverranno il deputato della Camera (pronipote del sindacalista) Davide Aiello, Dino Paternostro e Mario Ridulfo della Cgil Palermo, Luisa Impastato per Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, , il sindaco di Casteldaccia Giacomo Di Giacinto e il presidente del consiglio comunale di Casteldaccia Roberto Russo.

 

 

Andrea Raia: la storia

Quello di Andrea Raia, segretario della Camera del Lavoro di Casteldaccia, fu il primo delitto mafioso del secondo dopoguerra in provincia di Palermo.

 

Andrea Raia
Era membro, per conto del Pci, della commissione comunale per il controllo dei “granai del popolo” e segretario della locale Camera del lavoro.
Le commissioni per il controllo dei “granai del popolo”
Le Commissioni popolari di Controllo erano organi preposti al compito di vigilare sulle operazioni di ammasso granaio, sulla correttezza delle attività delle istituzioni annonarie e sul funzionamento appunto dei “Granai del Popolo”, istituiti con decreto del 3 maggio 1944 del ministro dell’agricoltura, il comunista Fausto Gullo, del secondo governo Badoglio.
All’ammasso della produzione cerealicola nei granai del popolo provvedevano, invece, un comitato comunale, che a Casteldaccia è formato dalla stessa giunta municipale,
E in quel periodo che la vicenda degli ammassi cerealicoli si inserisce nella delicata questione della penuria di generi alimentari a causa del conflitto bellico in corso a fronte del dilagare del fenomeno del mercato nero.  Tutto ciò portò molto spesso a conflitti e rapporti tesi tra le commissioni popolari di controllo e i comitati comunali, e Casteldaccia viveva la stessa situazione.
Raia ebbe anche l’incarico di distribuire equamente i risarcimenti dello Stato alle famiglie dei giovani morti in guerra opponendosi alle speculazioni e alle ruberie che emergevano nel territorio.
Ben presto Raia entrò in contrasto con l’amministrazione comunale del periodo, il quale non si tira indietro nemmeno nel denunciare al Comitato provinciale di controllo le grosse speculazioni granarie in spregio alla politica vincolistica, le operazioni irregolari del comitato comunale e la combutta con i mafiosi locali.
casteldaccia
Casteldaccia

Nella notte tra il 5 e 6 agosto 1944 fu freddato dalla mafia di Casteldaccia, davanti alla sua abitazione in via Butera mentre rientrava, con la sedia in mano, dopo avere preso un pò di fresco davanti la porta.

Venne colpito nel momento in cui si girò verso l’uscio per rincasare.
Nessuno pagò la sua morte con il carcere anche se a i tempi il giornale “La voce comunista” indicava i mandanti nei grossi proprietari fascisti.
Al funerale di Raia il paese si unì tutto al tributo di affetto con un corteo interminabile che seguiva il feretro come non mai.
Il processo sull’omicidio si conclude nell’estate del 1945 col proscioglimento dei fratelli Tomasello, unici imputati per l’assassinio di Raia, per non avere mai commesso il fatto, anche grazie alle innumerevoli deposizioni a loro favore, che garantirono ai due un alibi di ferro.
L’uccisione di Andrea Raia rappresenta la prima vittima  “di quella violenta e sanguinosa battaglia che, in nome del progresso sociale e dell’emancipazione delle masse contadine dell’isola, avrebbe visto per un ventennio cadere politici e sindacalisti sotto i colpi di un potente e coeso blocco sociale violento e reazionario sostenuto dalla mafia; battaglia di cui la strage di Portella della Ginestra avrebbe rappresentato uno dei momenti più drammatici”.

Le dichiarazioni sull’iniziativa del 5 agosto

Presente all’iniziativa anche il deputato del M5s alla camera, Davide Aiello, che è il pronipote di Andrea Raia, che ha rilasciato una dichiarazione sul valore del ricordo e dell’impegno antimafia per la sua famiglia e per il territorio di Casteldaccia.
Davide Aiello

“Sono passati 80 anni da quando uccisero Andrea Raia. Sono cresciuto conoscendo la sua storia attraverso la voce di mia nonna Santa, sua figlia. Per me e per tutti noi familiari la sua figura ha sempre rappresentato un grande esempio di umanità, onestà e altruismo. Era un grande uomo, di cuore e di sani principi” dichiara Davide Aiello.

“È importante tenere sempre viva la memoria del suo impegno politico e sindacale sul territorio di Casteldaccia e per l’Italia. Fare in modo che la storia di Raia, come quella di tante altre vittime di mafia, siano conosciute da tutti e soprattutto siano da esempio per le future generazioni come monito per la lotta alla mafia, alla criminalità organizzata, alla corruzione e alla delinquenza”, conclude Aiello.
Mario Ridulfo – Cgil Palermo

“Dopo lo sbarco degli alleati in Sicilia dichiarano il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e Dino Paternostro, dipartimento Archivio e memoria storica CgilAndrea Raia difendeva i braccianti e gli operai dalla voracità del padronato agrario e industriale, che li sfruttava nei giardini della Conca d’oro e nei mulini. Raia denunciava gli amministratori comunali dell’epoca, che non si facevano scrupolo di appropriarsi dei generi di prima necessità destinati alla povera gente. Si rifiutava di essere loro complice. Raia credeva nella necessità di sviluppare la solidarietà città-campagna, battendosi perché i granai del popolo funzionassero”.

“Fu assassinato la sera del 5 agosto 1944 da quell’intreccio di forze oscure, costituito da mafia, padronato e politica reazionaria e corrottaaggiungono Ridulfo e PaternostroLo ricordiamo ancora oggi, come ricordiamo la sua coraggiosa figlia, Santa Raia, scomparsa recentemente, che non si stancò mai di indicare alle giovani generazioni l’esempio delle lotte portate avanti dal padre per affermare giustizia sociale e libertà Anche nel loro nome oggi continuiamo a batterci per una Casteldaccia è una Sicilia più giusta”.
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