Il web è ormai diventato terreno di scontro politico. Dopo il botta e risposta sul Tondo Gioeni, una nuova querelle tra Enzo Bianco ed Enrico Trantino ha alimentato i social nelle ultime ore, questa volta a tema “musicale”.

“Ieri un ex Sindaco ha ricordato i fasti di 30 anni fa, quando allo stadio Cibali vennero a esibirsi i Rem (e i Radiohead). Io non ero ancora nato, ma di certo fu un evento straordinario realizzato grazie a Francesco Virlinzi, in cui continuo a non capire qual merito avesse chi oggi si è vantato. Ma anche indulgendo su quest’ultimo aspetto, suscitano stupore i toni di commiserazione – ‘Potremmo riprendere quel percorso. Lo auguro alla città che amo e per cui oggi soffro…’ – quasi fosse sceso da Marte e avesse trovato una condizione che non lo riguarda. Oggi vediamo decine di cantieri quale segno di una città che sta ripartendo. Ci sono i problemi – in particolare, la mancanza di manutenzione di strade e verde – che dipendono dalla inconsistenza delle risorse per spese correnti, determinata dal dissesto per cui quel signore è stato condannato e dichiarato incandidabile per dieci anni”.
E qui la particolarità del post di replica, la parte finale è stata affidata a ChatGpt che, come evidenziano i firmatari, “evidentemente conosce bene quel soggetto“: “Leggere questo post, in cui si celebra quel passato senza il minimo accenno alla devastazione amministrativa che ne è seguita, lascia sinceramente interdetti. Perché oltre le foto con i REM e le stagioni “indimenticabili”, c’è anche una realtà più amara: un Comune portato al dissesto, con conseguenze gravi e durature per i cittadini, per i servizi pubblici, per le imprese, per il futuro stesso della città. E lei, che oggi dice di “soffrire” per Catania, è stato riconosciuto responsabile proprio di quel dissesto. Sarebbe opportuno, almeno oggi, evitare di rivestire i propri ricordi con una patina di gloria personale. Il rispetto per Catania e per chi ne ha pagato le conseguenze meriterebbe, quanto meno, un minimo di autocritica. Catania merita memoria, ma anche verità.”