Condividi
La richiesta

Catania, due Procure ricorrono contro il rigetto della misura di prevenzione per il boss Ercolano

lunedì 29 Gennaio 2024

La Procura Distrettuale e Generale di Catania hanno presentato due ricorsi contro il rigetto da parte del Tribunale della richiesta della Dda di emettere una misura di prevenzione per il boss ergastolano Aldo Ercolano, nipote dello storico capomafia Benedetto Santapaola.

Nel rigettare la proposta il Tribunale aveva, tra l’altro, rilevato che Ercolano “nel corso della pluridecennale carcerazione ha lasciato intravedere concreti risultati nel suo percorso di risocializzazione e, conseguentemente, un tangibile abbandono dal suo percorso criminale“. Nel ricorso alla Corte d’appello presentato dalla Dda, il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e il sostituto Fabio Regolo citano conversazioni registrate con due esponenti di spicco di Cosa nostra, Giuseppe Cesarotti e Giuseppe Mangion, detto Enzo, definendole la “plastica dimostrazione di come” Ercolano, che “non ha mai dato segnali di alcun genere che provassero la formale interruzione dei rapporti con l’ambiente mafioso del quale egli rappresenta il vertice”, nonostante sia “detenuto costituisca un vero collante rispetto alla concreta operatività dell’associazione che porta il suo nome”.

La Procura generale, diretta da Carmelo Zuccaro, nel ricorso presentato dal sostituto Pg Nicolò Marino rileva che “non v’è dubbio” che Aldo Ercolano “è stato e sia” un “punto di riferimento di quell’ala oltranzista e sanguinaria” di Cosa nostra che “ha segnato di sangue la storia del nostra Paese“. Secondo la Procura generale, inoltre, Ercolano avrebbe cercato di crearsiun simulacro di correttezza comportamentale” attorno a sé.

E sostegno di questa tesi il sostituto Pg cita conversazioni registrate tra Aldo Ercolano e la moglie in cui il boss “richiama in maniera maniacale i propri familiari a non ostentare un tenore di vita che possa destare l’attenzione” della magistratura e di “veicolare attraverso lei” l’iniziativa di “denunciare il collaboratore di giustizia Maurizio Avola (che ha accusato lui, Eugenio Galea e Marcello D’Agata di avere preso parte alla fase esecutiva della strage di via D’Amelio a Palermo) e il giornalista Michele Santoro, per dare l’immagine di “un nuovo Ercolano” che per la Procura non c’è.

Questo articolo fa parte delle categorie:
Condividi
ilSiciliaNews24

Francesco Zavatteri: “Chi spaccia il crack vende morte ai ragazzi” CLICCA PER IL VIDEO

Seconda parte dell’intervista de ilSicilia.it a Francesco Zavatteri, padre di Giulio, giovane artista palermitano, ucciso da un’overdose di crack all’età di 19 anni il 15 settembre 2022. L’importanza delle strutture nei quartieri delle città, le proposte dal basso e le iniziative legislative sul tema della tossicodipendenza.

BarSicilia

Bar Sicilia, Antoci: “Voglio portare in Europa la mia battaglia per la legalità” CLICCA PER IL VIDEO

L’ex presidente del Parco dei Nebrodi analizza gli ultimi difficili anni, vissuti sempre a contatto con le battaglie dei territori, sotto scorta e sempre nel mirino della criminalità mafiosa

La Buona Salute

La Buona Salute 63° puntata: Ortopedia oncologica

La 63^ puntata de La Buona Salute è dedicata all’oncologia ortopedica. Abbiamo visitato l’Ospedale Giglio di Cefalù, oggi punto di riferimento nazionale

Oltre il Castello

Castelli di Sicilia: 19 ‘mini guide’ per la sfida del turismo di prossimità CLICCA PER IL VIDEO

Vi abbiamo accompagnato tra le stanze di 19 splendidi Castelli di Sicilia alla scoperta delle bellezze dei territori siciliani. Un viaggio indimenticabile attraverso la storia, la cultura, l’enogastronomia e l’economia locale, raccontata dai protagonisti di queste realtà straordinarie.