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La discussione in Consiglio comunale

Catania, il sindaco Trantino illustra la relazione annuale. Dura la critica dell’opposizione

venerdì 8 Agosto 2025

Il sindaco di Catania Enrico Trantino ha illustrato la relazione annuale sullo stato d’attuazione del programma amministrativo, nel corso della seduta del Consiglio comunale presieduto da  Sebastiano Anastasi.

Una sintesi delle varie attività svolte nel secondo anno di mandato, un’analisi che rappresenta un modo per verificare l’avanzamento di quanto descritto nelle linee del programma, un punto su quanto sinora fatto “lavorando unicamente per il miglioramento della Comunità”.

Queste 73 pagine – spiega Trantino – tracciano una visione di città tutta incentrata sul nostro unico datore di lavoro che è Catania, sul fare qualcosa per la città. Una delle caratteristiche principali nell’azione di qualunque amministrazione o governance è il senso della leadership, termine che deriva dall’inglese to lead, guidare, che è cosa opposta a to follow, seguire. Si è stati spesso orientati a seguire quello che la città si aspettava piuttosto che provare a immaginare scenari diversi attraverso cui dare un nuovo tipo di messaggio alla città stessa“.

“Pur tra tante difficoltà abbiamo compiuto diversi passi importanti, non dimentichiamo che il problema principale  è quello degli equilibri di bilancio, della capacità finanziaria dell’ente,  che ancora non ci permettono di essere sereni sullo stato delle cose, per tanti errori del passato, un passato anche molto lontano. Ma il risanamento non è un’operazione tecnica ma un atto politico e  morale che misura anche la credibilità di chi amministra, ecco perché i nostri dirigenti sono continuamente all’opera per provare a correggere quella corsa di un treno che molto spesso è quasi portata a deragliare per la condizione della linea ferroviaria, ma facciamo di tutto per riuscire a farlo marciare  rispetto agli obiettivi prefissi, a partire da quello di riportare il Comune in bonis. Capiremo a fine anno o a inizio del 2026 se il comune è definitivamente uscito dal dissesto e potremo quindi cominciare a respirare”.

Le pagine della relazione sono scandite da vari ambiti d’intervento che il primo cittadino ha introdotto in diversi capitoli o “indirizzi” (che precedono l’analisi dettagliata delle attività svolte con riferimento alle ramificazioni dell’ente):  “Il dovere del risanamento: onestà contabile e visione strategica; Il rispetto delle regole: fondamento di ogni convivenza civile; I giovani, la nostra responsabilità più grande; Catania domani; Ambiente, decoro e una nuova alleanza civica; Una città che si trasforma: cantieri, progetti, visione; Un piano per il futuro: il PUG, la rigenerazione e il diritto alla città; Infanzia, inclusione e responsabilità sociale: il cuore del nostro impegno; I beni confiscati: da simbolo di oppressione a patrimonio civile; Cultura, turismo, sport: identità, attrattività, orgoglio; Dovere, fiducia e responsabilità: meritiamo una Catania nella contemporaneità”.

Vi chiedo solo – conclude infine il primo cittadino – di avere fiducia, non in chi vi parla o in chi  mi collabora, ma in questa città, perché Catania è sempre stata più forte delle avversità. Crediamo un po’ di più in noi stessi e questa città sarà stupenda”.

Alle parole del sindaco sono seguite quelle dell’opposizione, di certo non accondiscendenti.

In aula il sindaco Trantino non ha presentato una relazione annuale: ha presentato un volantino elettorale, vestito da documento istituzionale. Ha descritto una Catania efficiente, pulita, sicura. Ma ahimè quella città non esiste. La verità è che Catania è in crisi profonda e una parte di questa crisi è responsabilità del Sindaco. Politica, diretta, personale“, critica duramente il consigliere dem Damien Bonaccorsi.

Damien Bonaccorsi

Sul fronte rifiuti, la situazione è disastrosa. I quartieri continuano a essere invasi dalla spazzatura, la raccolta differenziata è ferma, i controlli sono inesistenti. I cittadini pagano una TARI altissima per un servizio che non funziona. Siamo arrivati al punto che pulire una strada diventa un evento da filmare. È questo il modello di efficienza che il sindaco racconta?“.

Sulla sicurezza, il sindaco prova a sminuire, parlando di ‘percezione soggettiva’.  Ma è assurdo parlare di percezione soggettiva quando – nella stessa giornata – un ragazzo di 23 anni è stato fermato mentre tentava di entrare armato in una banca su Corso Italia. Ed è ancora più paradossale parlarne mentre i principali quotidiani titolano ‘scia di piombo in città’ ed nella settimana in cui i cittadini si sono svegliati quasi ogni giorno con la notizia di una nuova sparatoria“.

Parla di interventi rivolti alle nuove generazioni, ma nei fatti tutto si riduce a post celebrativi, visite istituzionali, sorrisi e strette di mano. Una retorica più interessata a esibire i giovani come un vanto, piuttosto che a investirci davvero. Più che ‘attenzione verso i giovani’, la definirei propaganda travestita da interesse. Chi cresce a Catania non chiede applausi: chiede di poter restare, lavorare dignitosamente, costruire il proprio futuro. Ma non esiste un piano per l’occupazione, per l’innovazione, per spazi dedicati alla creatività e alla cultura. Così, continuiamo a perdere la parte di questa città che potrebbe cambiarla davvero.”

Sul fronte economico, il vuoto. Non esiste un modello di sviluppo. Commercianti e piccole imprese vengono lasciati soli, soffocati da burocrazia, regole incerte e mancanza di visione. E su mobilità e viabilità regna il caos: cantieri senza progettazione integrata, autobus inefficienti, piste ciclabili pericolose. Amministrare non significa raccontare. Amministrare significa scegliere, pianificare, assumersi il peso delle decisioni. E oggi tutto questo continua a mancare. Catania non ha bisogno di chi racconta. Ha bisogno di chi affronta, ha bisogno di coraggio“.

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