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Il 23 maggio

Catania, strage di Capaci: Cittàinsieme “esclusa” dalla commemorazione. Padre Resca: “Mai accaduto in 30 anni”

domenica 21 Maggio 2023

La prima volta è stata il 23 maggio di 31 anni fa. Da quella sera, quella terribile sera del 23 maggio 1992, CittàInsieme, con altre associazioni e movimenti della società civile di Catania, per trent’anni consecutivi, si è ritrovata in piazza Verga, davanti al Palazzo di Giustizia, raccogliendo quanti non hanno voluto “perdere il vizio della memoria”, per ricordare Falcone, Borsellino, e tutte le vittime della mafia, sottolineando la necessità dell’impegno di tutti per la lotta alla mafia, con lo sguardo rivolto ai problemi del Paese e della città.

Per la prima volta però martedì 23 maggio 2023 non sarà possibile ed è il presidente di Cittàinsieme, il prete antimafia Salvatore Resca a spiegare il perché attraverso una lettera inviata al presidente dell’Associazione nazionale magistrati (sezione di Catania), ai presidenti della Corte d’Appello e del Tribunale, al Procuratore generale ed alla stampa per far sentire alta la voce di chi, da quella piazza è stato escluso.

Facciamo un passo indietro. Come ogni anno l’associazione Cittàinsieme ha trasmesso il 27 aprile l’ istanza per l’autorizzazione alla manifestazione in ricordo di Falcone, in piazza Verga, davanti al Tribunale. Il 2 maggio la Corte d’Appello di Catania nega la concessione dell’uso della piazza. “La disponibilità del piazzale antistante il Palazzo di giustizia di piazza Verga è già stata concessa in via esclusiva all’Associazione nazionale magistrati per le iniziative di un ricco programma previsto in occasione dell’evento commemorativo della strage”.

Le associazioni e i movimenti civili potranno partecipare ma come ospiti, come cittadini. Per la prima volta dal 1993 quella piazza è stata concessa in uso esclusivo. E padre Resca lo ha saputo solo attraverso la mail di risposta della Corte d’Appello con il diniego all’autorizzazione. In sostanza per la prima volta dopo anni di organizzazione congiunta, l’Anm ha fatto tutto da sola, per di più senza neanche darne comunicazione a quanti hanno condiviso le commemorazioni per anni.

Don Resca ha quindi scritto il 10 maggio una lettera al presidente dell’Anm di Catania, per sottolineare alcuni passaggi, tra i quali, se non altro, la mancanza di bon ton nei confronti di chi, per 30 anni, non soltanto ha promosso la commemorazione ma lo ha fatto con il più ampio coinvolgimento di tutti. Perché la memoria appartiene a tutti.

Perché questa esclusione?– scrive il presidente di Cittàinsieme– Semplice dimenticanza? Disinteresse per quei cittadini che per trent’anni hanno tenuto desta l’attenzione per la lotta alla mafia e alla criminalità? Suscettibilità perché l’anno scorso, parlando delle miserevoli condizioni della nostra città, abbiamo disturbato i poteri di turno? Non lo sappiamo! Certo, ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso da parte dei magistrati. L’elemento più grave in tutta questa vicenda è l’estromissione immotivata da parte dei rappresentanti dell’ordine giudiziario che amministra la giustizia in nome del popolo, di una piazza nella quale la società civile, la gente, il popolo, da più di trent’anni a questa parte, anche nel silenzio delle istituzioni, ha tenuto viva la memoria di chi ha dato la vita per la legalità, l’onestà, la vita della nostra isola. Avremmo desiderato, come cittadini, come popolo, in nome del quale viene amministrata la giustizia, essere almeno preventivamente avvisati di questa decisione, dato che da anni Cittainsieme con l’adesione di altre numerose associazioni della città organizza la manifestazione. Siamo perfettamente convinti che i magistrati abbiano tutte le carte in regola per gestire gli spazi all’interno dei quali, in nome del popolo, svolgono il loro lavoro; ma, almeno per rispetto a quella parte di società civile, che ha tenuto desta, in questa addormentata città, la coscienza antimafiosa, almeno per cortesia, almeno per bon ton, l’A.N.M avrebbe potuto metterci da parte con maggiore delicatezza”.

Il prete antimafia ricorda come all’inizio in quella piazza il 23 maggio non ci fosse poi una gran folla e che anzi nei primi anni non c’erano neanche tanti magistrati, tanto che è stata Cittàinsieme a coinvolgere l’Anm e, già da oltre 15 anni, la commemorazione della strage viene organizzata insieme.

Stavolta siamo stati esclusi- prosegue don Resca- Penso che questo sia collegato a quanto abbiamo detto l’anno scorso. Intervenni, dissi che negli spazi lasciati vuoti dal potere si introduce la mafia. Ho denunciato la terribile realtà di Catania, forse ho disturbato qualcuno. Ma se qualcuno temeva che la manifestazione di quest’anno poteva essere a rischio di strumentalizzazione elettorale poteva dircelo. Io ho 88 anni, non faccio politica, invito tutti ad un impegno costante per la legalità. Potevano avvisarci visto che abbiamo organizzato insieme per tantissimi anni.  Invece l’abbiamo scoperto solo con la mail di diniego della Corte d’Appello. Prendere in uso esclusivo la piazza non esclude solo padre Resca ma così facendo si lasciano fuori i cittadini, la società civile che combatte la mafia. Meritavamo un trattamento diverso”.

La manifestazione di Cittàinsieme ci sarà lo stesso, sempre il 23 maggio, ma alle 20.00 nella scalinata antistante la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, nella piazzetta Oscar Romero:  “Offriremo così, alla città, nel pieno rispetto della iniziativa della A.N.M. un ulteriore stimolo utile a non “perdere il vizio della memoria”. Tutto questo perché, pur non riuscendo a nascondere la nostra amarezza per questa emarginazione, restiamo convinti che l’osservanza il rispetto e l’attenzione verso l’altro siano il primo atteggiamento da possedere e coltivare per realizzare una società civile fatta di rispetto e di legalità”.

 

 

 

 

 

 

 

 

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