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Centro di compostaggio di Ciminna, gravi irregolarità rilevate dall’Arpa

mercoledì 10 Gennaio 2018
compostaggio

Si infittiscono le preoccupazioni dei cittadini di Ciminna e delle istituzioni locali sulle ricadute ambientali del centro di compostaggio di sottoprodotti organici, con recupero energetico di biogas, gestito dalla Green Planet, in contrada Ballaronza. I tecnici dell’Arpa Sicilia hanno appurato “il superamento dei valori limite per azoto ammoniacale e COD” in un liquido prelevato in un pozzetto di scarico, nonchè la presenza di uno sversamento illecito nel fosso di guardia adiacente l’impianto di un liquido “particolarmente maleodorante e con parametri anomali”. L’Arpa ha, pertanto, inoltrato una proposta di sanzione amministrativa e dato notizia all’autorità giudiziaria di Termini Imerese per gli eventuali risvolti penali.

Si teme che tali sversamenti possano contaminare i terreni limitrofi dove insistono allevamenti e coltivazioni di ortaggi i cui prodotti vengono venduti sia nel mercato locale che esportati all’estero, in particolare in Inghilterra. Ma soprattutto il timore più grande è che possano inquinare le acque. Il sito, infatti, si trova nei pressi del torrente Azziriolo, affluente del fiume San Leonardo, che si immette nel Lago Rosamarina principale fonte di approvvigionamento idrico della città di Palermo e di molti altri centri della provincia.

La vicenda era stata sollevata all’Assemblea regionale siciliana nel marzo del 2017 dall’allora parlamentare del Partito democratico, oggi esponente di Liberi e Uguali, Pino Apprendi, in seguito alla richiesta di ampliamento presentata dalla società che vorrebbe aumentare la capacità del trattamento dei rifiuti dalle attuali 9.9 tonnellate al giorno a 33. “I risultati delle ispezioni all’impianto Green Planet da parte delle autorità competenti – dichiara Apprendi – hanno messo in luce gravi irregolarità, che danno ragione ai rischi che avevo denunciato nella mia interrogazione. Rimane il pericolo di avere trasformato un territorio con possibilità di produzioni agricole di eccellenza, in territorio immondezzaio”.

Contro l’ampliamento si era mobilitata la comunità del piccolo centro in provincia di Palermo costituitasi in un comitato di salute pubblica Pro-Ciminna, che ha sensibilizzato l’opinione pubblica locale con diverse iniziative di informazione e lanciato una petizione raccogliendo 1.315 firme. Nella petizione si fa appello all’applicazione del principio di precauzione, per assicurare la salvaguardia dell’ecosistema naturale e la tutela della salute pubblica.

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