I tempi stringono sia a Roma che in Sicilia. Il 13 ottobre il Parlamento si riunirà in seduta comune per eleggere i presidenti di Senato e Camera. Per Palazzo Madama, la scelta del centrodestra ricadrebbe sul meloniano Ignazio La Russa mentre, a Montecitorio la presidenza potrebbe andare al leghista Riccardo Molinari.
La seconda carica dello Stato, andrebbe dunque a un siciliano. Non sarebbe la prima volta, ricordiamo ad esempio Pietro Grasso (dal 2013 al 2018) e il presidente della Regione Siciliana (che ancora deve insediarsi), Renato Schifani (dal 2008 al 2013). Per La Russa, originario di Paternò, e vicepresidente uscente del Senato, sarebbe un incarico prestigioso. E a proposito di dinamiche, è previsto per oggi un vertice di centrodestra tra la leader di FdI, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. L’incontro servirà a delineare meglio il quadro politico perché ovviamente è ancora tutto in ballo.
Una volta eletti i Presidenti di Camera e Senato, potranno svolgersi le consultazioni del Capo dello Stato che indicherà il nome a cui affidare l’incarico di formare l’Esecutivo. E non è un mistero che Sergio Mattarella dovrà incaricare Giorgia Meloni, alla luce dei brillanti risultati elettorali. Soltanto in Sicilia Fratelli d’Italia ha raggiunto il 15,1%: 13 deputati varcheranno le porte di Palazzo dei Normanni contendendosi almeno 4 assessorati nel governo Schifani e la presidenza dell’Ars. Come fece Forza Italia nella scorsa legislatura.
Giorni cruciali anche per la Sicilia. Il neo presidente Renato Schifani, che in questo momento si trova a Roma con i leader nazionali dei partiti di coalizione, lavora silente e con discrezione nella composizione della giunta. Al momento, preferisce non sbilanciarsi in dichiarazioni, attendendo la sua proclamazione ufficiale e l’insediamento dei deputati eletti all’Ars. La Corte d’Appello deve ancora chiudere i conteggi e formulare i verdetti per l’assegnazione definitiva dei seggi, problemi dovuti al caos verificatosi in circa 40 sezioni.
In queste ore abbiamo assistito ad una nuova ed ulteriore mappa dell’Assemblea regionale siciliana, in cui l’Mpa ha perso uno scranno che in base ai primi conteggi aveva conquistato il messinese Luigi Genovese, cedendo il posto al consigliere comunale Alessandro De Leo, nella lista De Luca sindaco di Sicilia. E in questo puzzle potrebbe collocarsi anche Francesco Cascio, primo dei non eletti nella lista di Forza Italia al quale il presidente uscente dell’Ars Gianfranco Miccichè (anche lui a Roma) potrebbe lasciare non solo il seggio, avendo l’opportunità di andare a fare il capogruppo al Senato, ma anche il coordinamento regionale degli azzurri. Cascio non si pronuncia e secondo le voci, non ci pensa a fare il commissario in Sicilia. Anche perché con Miccichè non si puoi mai sapere.