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Ceramiche a Palazzo Abatellis, Samonà: “Omaggio all’arte e alla laboriosità dei siciliani”

martedì 24 Agosto 2021

Il Museo regionale di Palazzo Abatellis inaugura il 27 agosto alle 19.30 a Palermo tre interessanti mostre che pongono all’attenzione del pubblico le collezioni di ceramica a “terzo fuoco”.

Vivere nell’arte” a Palazzo Abatellis, “Imperatori e Dame” a Palazzo Mirto e “Simboli, miti e allegorie” all’Oratorio dei Bianchi sono tre momenti di una produzione che porta la firma di Evelina De Castro, direttrice del Museo regionale di Palazzo Abatellis, di Maria Rosa Panzica e Valeria Sola, apriranno come evento speciale nell’ambito di Restart, venerdi 27 agosto dalle 19.30 alle 24.00, per proseguire poi secondo gli orari ordinari di visita dei siti.

“Tre interessanti mostre che celebrano l’operosità e l’originalità della produzione ceramica in Sicilia in un tempo di grande fermento culturale. Un omaggio all’arte – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – ma anche alla laboriosità di un popolo che ha sempre saputo interpretare, con particolare gusto estetico, anche gli oggetti della quotidianetà. Tre mostre che, in sicurezza, offriranno ai visitatori l’opportunità di ammirare durante le ore notturne tre splendidi siti della cultura siciliana, apprezzandone anche i preziosi interni”.

Dalla produzione palermitana della seconda metà del Settecento e dei primi dell’Ottocento degli opifici Sperlinga e Malvica, si arriva fino alla metà secolo con le produzioni che portano il marchio della fabbrica Martinez, esempio di svolta borghese rispetto all’esordio aristocratico e di corte. Il duca di Sperlinga e il barone Malvica impiantarono le loro manifatture nelle rispettive casene, a Malaspina e alla Rocca sotto Monreale, luoghi dell’abitare in villa, ma anche sedi dell’attività produttiva. Tutto ciò in sintonia con le tendenze della corte borbonica di Napoli, mai così vicina alla Sicilia, fino a risiedervi, a causa dei ben noti accadimenti storici.

Evelina De Castro, direttrice della Galleria evidenzia la chiave di lettura storico-artistica e sociale dell’esposizione precisando come “nella produzione ceramica palermitana di età borbonica trovarono espressione il gusto e la moda di corte – al passaggio dal rocaille al classicismo, estesi a tutte le produzioni di arti decorative e applicate che segnavano lo stile di vita delle élites, immortalato nei vividi collages polimaterici, opera di artisti, ma anche divertissement virtuosistici da parte di esponenti della nobiltà che animava la vita cittadina. In prosieguo il “Signor Martinez” fu tra gli imprenditori dediti a produzioni ormai altre, repertorio alla cinese di tipo vignettistico, “stoviglie” e oggetti da presentare ai concorsi di “industria nazionale”, realizzati in fabbriche non più identificabili con il sito padronale”..

Nelle sedi di Palazzo Abatellis e Palazzo Mirto le ceramiche oggetto dell’esposizione risaltano nel contesto degli arredi della loro epoca: nel sottocoro di Palazzo Abatellis sono esposti esempi della produzione delle diverse manifatture con una selezione di pregiate maioliche a gros bleu di Sperlinga e di raffinati vasi Malvica con figurazioni mitologiche, nonché testimonianze della meno nota produzione Martinez; a Palazzo Mirto busti di imperatori laureati e di eleganti dame, riconducibili agli opifici Sperlinga e Malvica, trovano collocazione nella Sala del Baldacchino, in linea con gli intenti celebrativi della nobiltà del casato.

All’ Oratorio dei Bianchi, la presentazione dei gruppi plastici a tema mitologico o ispirati alla statuaria contemporanea quali la fontana del Genio di Palermo del Marabitti assume una valenza propriamente museale.

Nel corso dell’esposizione, verranno comunicati gli appuntamenti relativi a conferenze, visite speciali condotte da esperti e talks dedicati ai temi inerenti la mostra, estendendo l’attenzione alle connessioni sociali e di trasformazione del territorio in relazione all’impianto degli opifici.

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