Preso atto del fatto che il rimpasto non si farà – e comunque non immediatamente – gli assessori della giunta Schifani possono stare tranquilli fino alle prossime europee. La Lega può allentare la presa, impegnata in queste ultime settimane a difendere la posizione di Mimmo Turano e si allontana la guerra di successione che potrebbero condurre i deputati di FdI esclusi: Giusi Savarino, Marco Intravaia, Fabrizio Ferrara e Giorgio Assenza.
Al netto del fatto che ci sia prima o poi la revisione della squadra di governo di Renato Schifani per la Dc non sarà facile mantenere un equilibrio. Ignazio Abbate e Carmelo Pace scalpitano per entrare nella squadra di governo. Dalla Dc potrebbe nascere la spinta propulsiva alla revisione, laddove Abbate, pur essendo vicino a Cuffaro, ha una sua autonomia di manovra. Formalmente non si potrebbe negare ai due democristiani la possibilità di avanzare pretese. Forse saranno pettegolezzi creati dagli avversari politici, tuttavia l’ex governatore, coerentemente alla parola data, non ha intenzione di destrutturare il quadro attuale, né quella di mettere in discussione il posto di Nuccia Albano e Andrea Messina con delega, rispettivamente, al lavoro e alla funzione pubblica. Diversamente, in caso di necessaria rotazione, Cuffaro non avrebbe esitato a dire la sua.
A un anno di distanza dalle amministrative a Palermo, e a quasi un anno dalle regionali, quale è lo stato di salute della macchina politica avviata da Cuffaro? La riorganizzazione della casa dei moderati per eccellenza ha avuto successo ed è inutile negarlo, se consideriamo l’esistenza di un gruppo di 5 deputati all’Ars di cui due assessori, e poi 3 consiglieri a Sala delle Lapidi. Liste vincenti con le quali il coordinatore regionale è riuscito a rimettere in piedi un partito quasi scomparso in Sicilia e con percentuali di preferenze importanti. Certo, ora il compito si fa arduo, perché bisognerà tenere a bada chi brama spazi in giunta, senza compromettere il consenso ottenuto alle tornate elettorali. Tuttavia stiamo parlando di un partito che ha raggiunto la solidità politica su tutta l’Isola: dopo Palermo, anche a Catania la Dc ha ottenuto dei seggi, sfiorando preferenze di circa il 6%. E il partito continua a crescere e ad organizzarsi su tutto il territorio, infatti domenica prossima è prevista ad Enna un’assemblea con un gruppo di giovani.
Adesso l’attenzione si concentra sull’altra grande partita: le elezioni europee. La Dc di Cuffaro – che qualche tempo fa si è scontrato con alcuni dirigenti nazionali per la paternità del simbolo – verifica e sonda il terreno. Ovviamente non si può che guardare al centro, e pare che un possibile asse possa scaturire dall’alleanza con Italia Viva. La debole posizione di Forza Italia, dopo la scomparsa del leader Silvio Berlusconi, apre altri scenari e varianti, e chissà che non si includano i reduci del partito azzurro.