Gli arrestati sono: Massimiliano Cappello Massimiliano, 54 anni; Salvuccio Junior Lombardo, 27 anni; Sebastiano Cavallaro, 29 anni; Renzo Cristaudo, 29 anni; Alessio Finocchiaro, 27 anni;
Emio Cangemi, 46 anni; Giuseppe Spartano, 32 anni; Costei Suru, 37 anni, Fuseppe Distefano, 44 anni; Giuseppe Francesco La Rocca 26 anni; Francesco cavallaro, 36 anni; Domenico Alessandro Messina, 28 anni (gia’ ai domiicliari per altra causa); Giusi Messina, 46 anni; Giovanni Santoro, 38 anni e Giuseppe Paolo Rapisarda, 39 anni, gia’ detenuto per altra causa.
Sono accusati di associazione di tipo mafioso (clan Cappello-Bonaccorsi) con l’aggravante di essere l’associazione armata, associazione a delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanza stupefacente e spaccio in concorso delle medesime sostanze con l’aggravante di avere agevolato il clan Cappello-Bonaccorsi; detenzione illegale e porto in luogo pubblico di diverse armi clandestine da guerra nonche’ ricettazione delle stesse.
In particolare, a Massimiliano Cappello ed a Salvuccio Lombardo Jr. il G.I.P. ha riconosciuto il ruolo di capi ed organizzatori della cosca mafiosa.
Il provvedimento del G.I.P. e’ scaturito dall’esecuzione di decreti di fermi emessi da questa Procura distrettuale il 28 gennaio scorso che ha consentito il rinvenimento di numerose armi da fuoco. In tale contesto, si e’ proceduto all’arresto in flagranza di Giuseppe Di Stefano, Francesco Cavallaro e Giuseppe Francesco La Rocca ed al fermo di tutti gli altri indagati, ad eccezione di Giuseppe Paolo Rapisarda, Giusi Messina e Domenico Alessandro Messina.
LE INDAGINI
Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Catania e dal Servizio Centrale Operativo, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che erano state avviate a seguito della scarcerazione di Massimiliano Cappello – fratello dello storico leader Turi Cappello – avvenuta il 16 giugno 2019, erano finalizzate a monitorare la riorganizzazione del clan Cappello-Carateddi, duramente colpito dai numerosi provvedimenti giudiziari succedutisi senza soluzione di continuita’ negli ultimi anni.
Le indagini condotte nei confronti di Massimiliano Capello hanno permesso di individuare uno dei piu’ fedeli collaboratori di quest’ultimo in Emilio Cangemi che, nel periodo coperto dalle indagini, ha rivestito il ruolo di factotum di Cappello, essendo questi limitato negli spostamenti per via della sottoposizione alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale.
l monitoraggio dei due ha permesso di far emergere l’impegno di Massimiliano Capello nel riprendere in mano le fila del clan, tanto da organizzare presso la sua abitazione, dove era stato avviato un monitoraggio a mezzo di videoriprese, incontri con esponenti storici dell’organizzazione, talora fissati presso abitazioni di terzi soggetti estranei al clan ma a disposizione degli indagati, al fine di scongiurare eventuali controlli da parte delle Forze dell’Ordine.
E’ emerso che Massimiliano Cappello, unitamente a Cangemi, gestiva una piazza di spaccio nel popolare quartiere di San Giovanni Galermo, fattivamente collaborato sul posto da Giuseppe Paolo Rapisarda, iche sovrintendeva alle attivita’ illecite di offerta in vendita e spaccio di sostanze stupefacenti.
E’ stato accertato che Salvuccio Jr Lombardo, nonostante la giovane eta’, era a capo della squadra piu’ pericolosa della consorteria mafiosa, in quanto dotata di una notevole disponibilita’ di armi, la quale aveva la sua base operativa nei villaggi balneari di Campo di Mare e Ippocampo di Mare, nel parco dell’Oasi del Simeto all’estrema periferia sud di Catania.
I due villaggi costruiti a ridosso del mare e quindi gia’ di per se’ difficilmente accessibili erano stati non solo colonizzati dagli indagati, ma trasformati in veri e propri fortini presidiati da impianti di video sorveglianza e da vedette al fine di prevenire intrusioni da parte di Forze di polizia o comunque da soggetti non autorizzati.
A tal proposito, temendo di essere destinatari di misure cautelari, i sodali non solo trascorrevano talora le notti aggirandosi in prossimita’ degli uffici di polizia, per monitorare l’eventuale uscita di mezzi che potessero lasciar presagire l’esecuzione di provvedimenti di cattura, ma avevano anche pianificato (dotandosi a tal fine di idonei strumenti tecnici) l’installazione di telecamere in corrispondenza di punti di interesse, tra i quali anche la sede della Squadra Mobile di Catania.
Lombardo era attivamente coadiuvato da Sebastiano Cavallaro, al quale il G.I.P. ha riconosciuto il ruolo di organizzatore, preposto alla gestione degli affari riconducibili illeciti del gruppo di Salvuccio Jr Lombardo, tra i quali, principalmente, il traffico di un particolare tipo di sostanza stupefacente denominata, in gergo, “amnesia” proprio in relazione agli effetti prodotti sul fisico di chi la assume.
I due sodali potevano altresi’ contare sulla stabile partecipazione all’organizzazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti di Francesco Cavallaro, Giuseppe Francesco La Rocca, Giuseppe Spartano, Giuseppe Distefano e Renzo Cristaudo. Nei confronti degli ultimi due il G.I.P., ha ritenuto la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza anche per associazione di stampo mafioso.
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