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La riunione alla parrocchia di San Filippo Neri

Commissione Antimafia al quartiere Zen di Palermo, Cracolici: “Serve una reazione, non può essere una zona franca in cui tutto è consentito”

mercoledì 29 Ottobre 2025
 “Siamo qui oggi per suscitare una scintilla che permetta allo zen di Palermo di salvare se stesso. In questo quartiere ci sono forze che non possono prevalere e che negli anni sono cresciute nella consapevolezza di aver realizzato una zona franca dove tutto è permesso, nell’indifferenza della città. Siamo qui con la commissione Antimafia per dare una risposta in nome di Paolo Taormina. La reazione della città alla sua uccisione mi ricorda quella che c’è stata dopo la strage di via D’Amelio, quando Palermo ha compreso che o si sollevava dal suo torpore o era perduta. Dobbiamo spingere la cittadinanza a reagire, perché ghettizzare lo zen non mette in sicurezza Palermo”. Lo ha dichiarato Antonello Cracolici presidente dell’Antimafia regionale che ha convocato la seduta nel quartiere palermitano dopo l’omicidio di Paolo Taormina che è stato ucciso da un altro giovane dello Zen, Gaetano Maranzano.

La riunione è ospitata nel teatro della parrocchia di San Filippo Neri ed era aperta a istituzioni e associazioni che operano nel territorio. In platea i rappresentanti delle istituzioni locali e delle forze dell’ordine, oltre che scuole, volontari, assistenti sociali e associazioni impegnate nel quartiere. Presenti anche alcuni residenti, seduti nelle file più in fondo.

“Una tappa che è solo l’avvio di un percorso che vuole essere condiviso con tante realtà per dare risposte a un quartiere “che per 20 anni abbiamo tollerato fosse una piazza di spaccioha aggiunto il presidente Cracolici – smantellarla è una priorità, insieme alla necessità di garantire il diritto alla salute ai residenti che qui sono migliaia e che si rivolgono a un solo ambulatorio gestito da volontari. Gli occupanti abusivi sono invisibili per l’anagrafe sanitaria, per cui un cittadino dello zen non può neanche prenotare un esame al cup. Ma è anche inaccettabile che non ci sia l’illuminazione pubblica e che le palestre dei due plessi scolastici siano chiuse da oltre 10 anni”.

L’emergenza abitativa è l’altra criticità per cui è stato invitato anche l’istituto autonomo case popolari “Occorre vincere inerzie e pigrizie reciproche per dare ai cittadini che ne hanno diritto una casa – ha detto Cracolici – se non agiamo su questi fronti perdiamo la battaglia sulla prevenzione. Oggi sta crescendo una generazione che è attratta dai modelli culturali di cosa nostra e che sceglie di uscire armata. Non possiamo perdere la guerra contro la mafia, pensiamo a una strategia comune per non abbandonare anche in altre città come Catania e Messina le periferie ad alto rischio sociale alla criminalità organizzata”.

Alla seduta con il presidente Cracolici erano presenti anche i deputati Fabio Venezia, Roberta Schillaci, Bernadette Grasso e Marianna Caronia.

“Questa non sarà un’iniziativa episodica – ha concluso Cracolici – ma per contrastare la cultura mafiosa servono strumenti specifici e l’impegno costante di tutti”.

Per il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, “serve un piano straordinario per l’istruzione: l’abbandono scolastico sfiora il 20%, un ragazzo su cinque diserta le aule”.

 

Le dichiarazioni di alcuni dei presenti all’incontro:

“Ci auguriamo che riunioni come questa siano efficaci, che cambi qualcosa – dice Maria Mascolino che vive allo Zen – Anche se in passato, dopo il rumore per gli atti criminali tutto è tornato come prima. Noi speriamo nel cambiamento perché abbiamo toccato il fondo. La speranza è l’ultima a morire e vorremmo che lo Zen fosse un quartiere come gli altri”.
Emanuela Di Lorenzo chiede di lavorare sulle famiglie e nelle scuole perché bisogna iniziare dai bambini”, mentre per Antonina Francavilla chi come noi è nato e vive qui non ha colpe. Alcuni si vergognano di dire che sono dello Zen, io non mi sono mai nascosta ma servono interventi”.
In prima fila una rappresentanza dell’istituto Majorana, col docente Pietro Puleo e due studenti, Andrea Giamporcaro e Giuseppe Alaimo. “Abbiamo risposto all’appello della commissione – spiega il docente – per confermare il nostro impegno quotidiano nel rapporto col territorio, le forze dell’ordine e la parrocchia”.
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