Riceviamo e pubblichiamo:
“”L’ottimo nemico del buono” è un proverbio da abrogare. Porta a volare bassi e volando bassi ci si schianta. La Consulta non solo ci cassa le nostre prerogative statutarie ma in sintesi ci accusa di pochezza legislativa. Cioè la DelRio è una riforma strutturale di sistema mentre noi l’abbiamo scopiazzata, alla fine, modificando solo il sistema elettivo e dando dei compensi agli eletti. E per questo, per la nostra modestia o mediocrità legislativa, non possiamo inficiare una norma di sistema. Quando si punta, e la classe politica della scorsa legislatura fece proprio questo, al buono o sufficiente, si arriva ovviamente al mediocre. Come uno alunno delle medie di scarsa levatura.
Noi che abbiamo il Parlamento più antico del mondo. Non partì così la riforma, ed io ne sono stato testimone in quanto coordinavo il tavolo tecnico delle città metropolitane. Era una riforma sistemica che partiva dal quadro economico e sociale, ridisegnando competenze ed ambiti delle aree vaste, liberando energie e risorse imprigionate in schemi vecchi ed inattuabili.
Poi da una norma di 52 articoli, che definivano in dettaglio il come, il cosa, ma soprattutto il perché delle aree vaste, si fece una norma in commissione di due paginette scarse, dimostrando pochezza di visione e, di fatto, rinunciando alla nostra competenza esclusiva statutaria, copiando la Del Rio, non disturbando il manovratore nazionale, il campetto di turno. Fu un fallimento. Con una coda finale per restituire almeno il diritto di voto ai cittadini siciliani ma su enti svuotati e senza un ruolo chiaro…
Bisogna dare atto al Presidente Musumeci di aver capito subito il vero pericolo, che non è la bocciatura di una legge mediocre ma la fine dell’autonomia dell’Isola per mediocrità legislativa e carenza di visione politica.
Ora la svolta può essere solo una. Il rilancio dello Statuto, a volte poco chiaro nei suoi fini che devono essere riattualizzati. Ora bisogna volare alto e smettere di tirare andreottianamente a campare, non avendo paura di disturbare i nuovi capi. Perchè i veri capi sono le cittadine e i cittadini siciliani che vogliono una classe dirigente vera e non ascara.
Giovanni Pizzo”