Ai tempi del Coronavirus: “L’importante è finire” e non si vede “Nessuno” nella “Città vuota“, ma “Se Telefonando“, diremo “Parole Parole” come “Grande, Grande, Grande“, “Insieme“, Amor mio“, potremo pensare con ottimismo a “Se domani“.
Abbiamo giocato con le canzoni della grandissima Mina, la Tigre di Cremona, che il 25 marzo ha compiuto 80 anni, perché, così costruite, si sposavano nella buona e nella cattiva sorte di questo nostro periodo. Prendendo spunto da questi pezzi, vogliamo farvi penetrare nelle curiosità che li accompagnano e, quindi, siete pronti per tuffarvi nella leggenda?
“L’importante è finire“, composta da Cristiano Malgioglio, siculo di Ramacca, è una canzone dolcissima, sensuale, ricca d’atmosfera, che racconta una delusione amorosa. Per i suoi contenuti fu considerata talmente scandalosa e trasgressiva, era il 1975, da essere bandita dal programma “Hit Parade“.
Adesso arriva lui
Apre piano la porta
Poi si butta sul letto
E poi e poi …”
“Nessuno“, portato a Sanremo da Wilma De Angelis e Betty Curtis nel 1959, ottiene uno smisurato successo con Mina. Questo è chiaro nella divertente scenetta, che ha per palcoscenico “Canzonissima“, in cui la De Angelis interpreta il brano in modo classico e, vedendo Mina sbuffante, passa il microfono alla collega che ne dà una versione urlata e moderna.
Nessuno, ti giuro, nessuno
Nemmeno il destino
Ci può separare
Perché questo amore
Che il cielo ci dà
Sempre vivrà
“Città vuota” è una canzone, partiamo dall’oggi per approdare al nostro ieri, di cui un siculo Doc, nato a Catania e vissuto tra Riposto e Augusta, Fiorello, Ciuri per Amadeus, il più grande showman italiano, fa una cover nel 2004 e gli stilisti Domenico Dolce, di Polizzi Generosa e Stefano Gabbana la usano in uno spot del 2012 con Laetitia Casta. Il brano del 1963 è la versione italiana di “It’s a lonely town” di Gene Mc Daniels. Con “Città vuota” Mina torna in televisione, ospite di Mike Bongiorno, il 10 gennaio del 1964 a “La fiera dei sogni“, dopo essere stata bandita a causa delle sue vicende personali, aver avuto il figlio Massimiliano, oggi suo arrangiatore e produttore, dall’attore Corrado Pani, separato dalla collega Renata Monteduro, in un tempo in cui il concubinaggio era un reato che faceva scattare il carcere per gli amanti che fossero stati trovati assieme.
Le strade piene
La folla intorno a me
Mi parla e ride
E nulla sa di te
Io vedo intorno a me chi passa e va
Ma so che la città
Vuota mi sembrerà
Se non torni tu
“Se Telefonando“, le cui parole sono di Maurizio Costanzo e Ghigo De Chiara e la musica e l’arrangiamento di Ennio Morricone, viene creato per lanciare Mina alla terza conduzione di “Studio Uno” del 1966. Il Maestro ha raccontato che nel giorno della prima prova, in via Teulada, nonostante una colica epatica, la nostra meravigliosa protagonista cantò con una potenza impressionante.
Lo stupore della notte
Spalancata
sul mar
Ci sorprese che eravamo sconosciuti io e te
Poi nel buio le tue mani
D’improvviso
Sulle mie
E’ cresciuto troppo in fretta
Questo nostro
Amor
“Parole parole“, indimenticabile, cantata da Mina e Alberto Lupo, nel 1972, a “Teatro 10” di cui erano conduttori, in cui il canto della preda, che resiste, incontra il parlato del seduttore, è la sigla di chiusura che ha lo zampino del Maestro Gianni Ferrio per le musiche e l’arrangiamento.
Caro, cosa mi succede stasera
ti guardo ed è come la prima volta
Che cosa sei, che cosa sei, che cosa sei
Non vorrei parlare
Cosa sei
Ma tu sei sei la frase d’amore cominciata mai finita
Non cambi mai, non cambi mai, non cambi mai
“Grande, grande, grande“, composto da Tony Renis nel 1966, sfonda quando lei la canta a “Teatro 10” l’11 marzo del 1972 , anche se il brano era destinato a Mireille Mathieu. Questo successo internazionale è stato interpretato, anche, dall’indimenticabile Luciano Pavarotti e Céline Dion.
Con te dovrò combattere
Non ti si può pigliare come sei
I tuoi difetti son talmente tanti
Che nemmeno tu li sai
Sei peggio di un bambino capriccioso
La vuoi sempre vinta tu
Sei l’uomo più egoista e prepotente
Che abbia conosciuto mai
Ma c’è di buono che al momento giusto
Tu sai diventare un altro
In un attimo tu
Sei grande, grande, grande
Le mie pene non le ricordo più
“Insieme“, invece, le viene proposta da Lucio Battisti e Mogol per il suo trentesimo compleanno. Questo brano resterà in classifica per 20 settimane e portata sulla scena in “Senza rete” il 20 giugno del 1970 e a “Teatro 10” in un duetto con Lucio Battisti il 23 aprile del 1972.
Io non ti conosco
Io non so chi sei
So che hai cancellato con un gesto
I sogni miei
Sono nata ieri nei pensieri tuoi
Eppure adesso stiamo insieme
Non ti chiedo sai quanto resterai
Dura un giorno la mia vita
Io saprò che l’ho vissuta
Anche solo un giorno
Ma l’avrò fermata insieme a te
“Amor mio“, del 1971, è un altro successo della premiata ditta Mogol-Battisti. Di questa canzone Mina incide una versione spagnola e una inglese del 1972, “I’m a believer”, cantata da Johnny Dorelli.
Tu amor mio
Chi ti ha amato in questo mondo
Solo io
Io invece io
Sono stata
Troppo amata
Ma noi due
Amor mio
Che siamo poco insieme
Siamo un po’ di più
“E se domani“, di cui esistono oltre duecento cover, presentata al Festival di Sanremo, nel 1964, da Fausto Cigliano e Gene Pitney ed esclusa, viene portata al successo da Mina che la interpreta, accompagnata da chitarre elettriche, batteria e contrabasso, teatralmente nell’insistere su quel “E sottolineo se“.
E se domani
Io non potessi
Rivedere te
Mettiamo il caso
Che ti sentissi stanco di me
Quello che basta all’altra gente
Non mi darà
Nemmeno l’ombra
Della perduta felicità
E se domani
E sottoilineo “se”
Il nostro piccolo viaggio nell’universo “Mina” si è concluso, ma vogliamo chiudere con un’altra chicca: il figlio Massimiliano ha riferito che la madre si considera una discreta interprete, ma una grande cuoca e chissà che non riusciremo a scoprire qualche sua ricetta da proporvi. Insomma, come la definiva Alberto Sordi, l’Albertone nazionale: “Mina è ‘na fagotatta de roba“.