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Con Mina ai tempi del Coronavirus

lunedì 30 Marzo 2020
Mina

Ai tempi del Coronavirus: “L’importante è finire” e non si vede “Nessuno” nella “Città vuota“, ma “Se Telefonando“, diremo “Parole Parole” come “Grande, Grande, Grande“, “Insieme“, Amor mio“, potremo pensare con ottimismo a “Se domani“.

Abbiamo giocato con le canzoni della grandissima Mina, la Tigre di Cremona, che il 25 marzo ha compiuto 80 anni, perché, così costruite, si sposavano nella buona e nella cattiva sorte di questo nostro periodo. Prendendo spunto da questi pezzi, vogliamo farvi penetrare nelle curiosità che li accompagnano e, quindi, siete pronti per tuffarvi nella leggenda?

L’importante è finire“, composta da Cristiano Malgioglio, siculo di Ramacca, è una canzone dolcissima, sensuale, ricca d’atmosfera, che racconta una delusione amorosa. Per i suoi contenuti fu considerata talmente scandalosa e trasgressiva, era il 1975, da essere bandita dal programma “Hit Parade“.

Adesso arriva lui

Apre piano la porta

Poi si butta sul letto

E poi e poi …”

Nessuno“, portato a Sanremo da Wilma De Angelis e Betty Curtis nel 1959,  ottiene uno smisurato successo con Mina. Questo è chiaro nella divertente scenetta, che ha per palcoscenico “Canzonissima“, in cui la De Angelis interpreta il brano in modo classico e, vedendo Mina sbuffante, passa il microfono alla collega che ne dà una versione urlata e moderna.

Nessuno, ti giuro, nessuno

Nemmeno il destino 

Ci può separare

Perché questo amore

Che il cielo ci dà

Sempre vivrà

Città vuota” è una canzone, partiamo dall’oggi per approdare al nostro ieri, di cui un siculo Doc, nato a Catania e vissuto tra Riposto e Augusta, Fiorello, Ciuri per Amadeus, il più grande showman italiano, fa una cover nel 2004 e gli stilisti Domenico Dolce, di Polizzi Generosa Stefano Gabbana la usano in uno spot del 2012 con Laetitia Casta. Il brano del 1963 è la versione italiana di “It’s a lonely town” di Gene Mc Daniels. Con “Città vuota” Mina torna in televisione, ospite di Mike Bongiorno, il 10 gennaio del 1964 a “La fiera dei sogni“, dopo essere stata bandita a causa delle sue vicende personali, aver avuto il figlio Massimiliano, oggi suo arrangiatore e produttore, dall’attore Corrado Pani, separato dalla collega Renata Monteduro, in un tempo in cui il concubinaggio era un reato che faceva scattare il carcere per gli amanti che fossero stati trovati assieme.

Le strade piene

La folla intorno a me

Mi parla e ride

E nulla sa di te

Io vedo intorno a me chi passa e va

Ma so che la città

Vuota mi sembrerà

Se non torni tu 

“Se Telefonando“, le cui parole sono di Maurizio Costanzo e Ghigo De Chiara e la musica e l’arrangiamento di Ennio Morricone, viene creato per lanciare Mina alla terza conduzione di “Studio Uno” del 1966. Il Maestro ha raccontato che nel giorno della prima prova, in via Teulada, nonostante una colica epatica, la nostra meravigliosa protagonista cantò con una potenza impressionante.

Lo stupore della notte

Spalancata

sul mar

Ci sorprese che eravamo sconosciuti io e te

Poi nel buio le tue mani

D’improvviso 

Sulle mie

E’ cresciuto troppo in fretta

Questo nostro

Amor 

Parole parole“, indimenticabile, cantata da Mina e Alberto Lupo, nel 1972, a “Teatro 10” di cui erano conduttori, in cui il canto della preda, che resiste, incontra il parlato del seduttore,  è la sigla di chiusura che ha lo zampino del Maestro Gianni Ferrio per le musiche e l’arrangiamento.

Caro, cosa mi succede stasera

ti guardo ed è come la prima volta

Che cosa sei, che cosa sei, che cosa sei

Non vorrei parlare

Cosa sei

Ma tu sei sei la frase d’amore cominciata mai finita

Non cambi mai, non cambi mai, non cambi mai

Grande, grande, grande“, composto da Tony Renis nel 1966, sfonda quando lei la canta a “Teatro 10” l’11 marzo del 1972 , anche se il brano era destinato a Mireille Mathieu. Questo successo internazionale è stato interpretato, anche, dall’indimenticabile Luciano Pavarotti e Céline Dion.

Con te dovrò combattere

Non ti si può pigliare come sei

I tuoi difetti son talmente tanti

Che nemmeno tu li sai

Sei peggio di un bambino capriccioso 

La vuoi sempre vinta tu

Sei l’uomo più egoista e prepotente

Che abbia conosciuto mai

Ma c’è di buono che al momento giusto

Tu sai diventare un altro

In un attimo tu

Sei grande, grande, grande

Le mie pene non le ricordo più

Insieme“, invece, le viene proposta da Lucio Battisti e Mogol per il suo trentesimo compleanno. Questo brano resterà in classifica per 20 settimane e portata sulla scena in “Senza rete” il 20 giugno del 1970 e a “Teatro 10” in un duetto con Lucio Battisti il 23 aprile del 1972.

Io non ti conosco

Io non so chi sei

So che hai cancellato con un gesto

I sogni miei

Sono nata ieri nei pensieri tuoi

Eppure adesso stiamo insieme

Non ti chiedo sai quanto resterai

Dura un giorno la mia vita

Io saprò che l’ho vissuta

Anche solo un giorno

Ma l’avrò fermata insieme a te 

Amor mio“, del 1971, è un altro successo della premiata ditta Mogol-Battisti. Di questa canzone Mina incide una versione spagnola e una inglese del 1972, “I’m a believer”, cantata da Johnny Dorelli.

Tu amor mio

Chi ti ha amato in questo mondo

Solo io

Io invece io

Sono stata

Troppo amata

Ma noi due

Amor mio

Che siamo poco insieme

Siamo un po’ di più

E se domani“, di cui esistono oltre duecento cover, presentata al Festival di Sanremo, nel 1964, da Fausto Cigliano e Gene Pitney ed esclusa, viene portata al successo da Mina che la interpreta, accompagnata da chitarre elettriche, batteria e contrabasso, teatralmente nell’insistere su quel “E sottolineo se“.

E se domani 

Io non potessi 

Rivedere te

Mettiamo il caso

Che ti sentissi  stanco di me

Quello che basta all’altra gente

Non mi darà

Nemmeno l’ombra

Della perduta felicità

E se domani

E sottoilineo “se”

Il nostro piccolo viaggio nell’universo “Mina” si è concluso, ma vogliamo chiudere con un’altra chicca: il figlio Massimiliano ha riferito che la madre si considera una discreta interprete, ma una grande cuoca e chissà che non riusciremo a scoprire qualche sua ricetta da proporvi. Insomma, come la definiva Alberto Sordi, l’Albertone nazionale: “Mina è ‘na fagotatta de roba“.

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