“Il nuovo dpcm che classifica la Sicilia come zona arancione è un colpo mortale al nostro territorio. Non si possono chiudere le attività economiche di località come Taormina dove c’è una trentina di contagi complessivi e tenere aperte città dove si registrano 2 o 3 mila contagi al giorno. Siamo di fronte ad un colpo mortale che taglia le gambe a quei pochi ristoratori e bar che cercavano in qualche modo di riprendersi”. Lo afferma il direttore provinciale di Confesercenti Messina, Daniele Andronaco che valuta come “un’autentica follia” la decisione del governo Conte nei confronti della Sicilia, che da oggi chiude bar, ristoranti, pub, pasticcerie e pone restrizioni che vengono ritenute “eccessive e inaccettabili”.
“Abbiamo assistito per giorni alle cronache della situazione drammatica in Campania, in Liguria e in un Nord Italia che stava per esplodere, e e si lamentavano i governatori stessi che chiedevano dei provvedimenti più efficaci e restrittivi e oggi ci ritroviamo, incredibilmente, solo noi in zona arancione. Siamo senza parole, è pazzesco quello che è stato deciso dal governo e non ci può essere alcuna giustificazione. Già nel primo lockdown, perché anche questo va considerato tale, non c’era la necessità di chiudere la Sicilia, si poteva continuare a lavorare ma ci hanno imposto la chiusura generale per non darci alcun vantaggio nei confronti delle altre regioni. E adesso continuiamo ad essere puniti dallo Stato”.
“Così diventa durissima reagire e resistere alla crisi – conclude Andronaco -, abbiamo sentito i nostri associati di Taormina, come di altri territori e sono tutti a dir poco preoccupati. La gente non ce la fa, si poteva anche lavorare almeno nei fine settimana. Invece ora non si guadagnerà un euro, a fronte di costi di gestione, affitti e tasse che dovranno continuare ad essere pagati. Questa non è giustizia sociale. Non meritiamo questo massacro. E’ evidente che faremo subito le nostre rimostranze ai tavoli di governo, nazionale e anche regionale, su questa situazione di pura follia. Siamo delusi anche dal presidente della Regione: in certe circostanze il silenzio è d’oro. E’ inutile lamentarsi oggi, bisognava lottare ieri e cercare di muoversi per tempo per evitare quello che ora ci tocca subire”.