“In questi mesi diversi istituti bancari operanti in Sicilia stanno chiedendo agli imprenditori di rientrare dal fido bancario, molti dei quali affidati con garanzia pubblica, mettendo in grave difficoltà chi dopo la pandemia sta provando ad andare avanti e conta sui fidi per sopperire alle mancate vendite. La richiesta è motivata con l’avvenuta ‘riduzione del capitale sociale’ delle aziende e si appalesa in controtendenza rispetto agli indirizzi tracciati dal legislatore nei confronti del tessuto imprenditoriale locale duramente colpito dalla crisi”. Lo segnala Confesercenti Palermo.
“Proprio in considerazione dell’evento straordinario determinato dalla pandemia, infatti, gli effetti dell’articolo 2482 ter e seguenti di cui al dl 23/2020 seppur non introducano previsioni specifiche nei confronti del rapporto tra banche e imprese affidate, stabiliscono che lo scioglimento dell’azienda che abbia intaccato il proprio capitale sociale è sospeso, concedendo la possibilità alle imprese di ripianare la situazione entro al 31 dicembre 2025. Un orientamento assunto dallo Stato che va nella direzione di consentire alle imprese anche quelle con finanziamenti che godono di garanzia pubblica, di superare questa fase di difficoltà. Una prospettiva possibile solo se le banche con il loro supporto saranno conseguenti a tale indirizzo – aggiunge Confesercenti Palermo – Un’operazione che molte aziende, soprattutto del settore moda, stanno attuando con fatica e determinazione e che viene ad essere bruscamente interrotta dalle richieste di rientro del fido bancario da parte degli Istituti di credito. Quella che poniamo all’attenzione del sistema bancario è una situazione grave su cui occorre intervenire a sostegno di tante piccole e medie imprese che rappresentano l’ossatura dell’economia dell’Isola”.