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Contro la violenza sulle donne. La parola alle siciliane [FOTOGALLERY]

sabato 25 Novembre 2017

Gestiscono piccole e grandi imprese dando lavoro a centinaia di persone, rappresentano e difendono i diritti di migliaia di lavoratori, ricoprono importanti cariche in enti ed istituzioni esercitando delicate funzioni pubbliche. Sono una piccola rappresentanza delle tante donne che in Sicilia si sono affermate nel mondo dell’impresa, del sindacato e della politica. Nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, abbiamo voluto raccogliere il loro pensiero su un fenomeno così drammatico che le vede impegnate giorno per giorno nell’affermazione dei diritti e nella difesa della dignità delle donne.

“La violenza sulle donne emerge in tutta la sua gravità quando si verificano casi di femminicidio, ma c’è una violenza nascosta molto più diffusa che è quella che si consuma dentro le mura domestiche, sul posto di lavoro, per strada … che uccide ogni giorno la dignità di tante donne. C’è poi la violenza di un sistema di welfare che non sostiene a dovere le giovani mamme, spesso costrette ad abbandonare la propria carriera per crescere un figlio”. A dirlo è Marcella Cannariato, imprenditrice palermitana e presidente dell’Associazione Fiori di Acciaio, che proprio in questi giorni ha lanciato due campagne di sensibilizzazione. La prima su Facebook, dal titolo “Noi siamo CONTRO la violenza sulle DONNE!”, e la seconda promossa come advocacy da Mete Onlus e da Fiori di Acciaio dal titolo “Chi educa una bambina, educa un popolo”.

Oggi Valentina Scialfa, assessore alla scuola e alle pari opportunità del Comune di Catania, partecipa alle Ciminiere all’iniziativa “La voce delle donne #femminicidio #stop”. Una lunga giornata scandita dalla proiezione di cortometraggi e video-testimonianze da parte di vittime di violenza, da incontri e tavole rotonde organizzate da associazioni e centri antiviolenza impegnati del territorio. “Bisogna investire sulla prevenzione e quindi sull’educazione per la promozione della cultura di genere. Parlare di questi temi nelle scuole alle nuove generazioni è la chiave di volta. Uno degli ultimi casi, ricordo, aveva come protagonisti proprio un giovane che viveva in un contesto di grande degrado e che addirittura non andava a scuola”. Tante le iniziative svolte in questi anni, racconta l’assessore, “perchè ogni giorno è il 25 novembre. Abbiamo aderito alle campagne ‘La panchina rossa’ e ‘posto occupato’. Continuerò a chiedere una maggiore attenzione per i centri antiviolenza, per sostenere la preziosa attività dei tanti operatori e e volontari in prima linea”.

Graziamaria Pistorino, segretaria generale della Federazione dei lavoratori della conoscenza della Cgil Sicilia, sottolinea come “il ruolo delle donne nella società, la loro consapevolezza di sé, la capacità che possono avere di esprimere le proprie potenzialità e quindi la loro forza e indipendenza sia direttamente proporzionale alla loro presenza attiva e produttiva fuori dal contesto familiare. Fino a quando le donne siciliane saranno costrette dalla mancanza di lavoro, dalla inadeguata formazione e istruzione, dalla mancanza di servizi per l’infanzia a non poter scegliere di vivere esperienze fuori dalle mura domestiche, fino a quel giorno non potranno liberarsi dalla violenza che è innanzitutto sudditanza nei confronti di chi esercita su di loro il potere economico. Investire in istruzione e conoscenza libera le donne e gli uomini dalla sottocultura della violenza!”. L’Organizzazione da lei guidata è impegnata in questi giorni in una serie di iniziative, tra le quali una mostra-documentario dal titolo “Anime Deturpate” che si tiene, da oggi fino a domenica, a Siracusa presso la Biblioteca Provinciale “Elio Vittorini”.

Per Ornella Laneri, presidente della delegazione Sicilia AIDDA (Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda) “questo momento di gravissima violenza contro le donne, dovuto anche alla difficoltà da parte di molti uomini di accettare la crescente consapevolezza e indipendenza individuale delle donne, richiede  grande attenzione. AIDDA è un’associazione di donne che non può che portare un grosso contributo ad agevolare l’introduzione di un modo di pensare nuovo. Le imprenditrici della Delegazione Sicilia supporteranno – tra le altre azioni – campagne come Posto Occupato che, oltre a sensibilizzare sul fenomeno della violenza di ogni genere, si rivolgono al mondo dei giovani attraverso incontri  mirati nelle scuole”.

“Occorre  una cultura del rispetto per le donne. Se vogliamo considerare l’Italia un Paese civile si deve  risolvere il fenomeno dell’insostenibile violenza sulle donne”, dice Patrizia Di Dio, presidente nazionale del terziario donna di Confcommercio. “Donne martiri – aggiunge – oggetto di violenza a causa di modelli sbagliati, di un corto circuito educativo e culturale. È  l’effetto deteriore del mancato rispetto e di pregiudizi atavici e sbagliati ancora vigorosamente presenti nella nostra nazione nei confronti delle donne. È una società, la nostra, che finge di essere paritaria, ma che di fatto le donne semplicemente non le rispetta, per cui occorre una vera rivoluzione culturale che rimoduli i modelli e finalmente educhi gli uomini fin da piccoli al rispetto delle donne e le donne a essere più forti rispetto a trappole che scambiano per  amore”.

“Esorto le donne a denunciare qualunque forma di violenza, sia fisica o psicologica, per evitare di restare incastrati in una trappola che conduce alla disperazione”, dichiara Elena Ferraro, imprenditrice di Castelvetrano, che ha denunciato il racket delle estorsioni nella terra di Matteo Messina Denaro.
“La mia esperienza personale di denuncia del sistema criminale mafioso – aggiunge – mi ha indotto in maniera del tutto naturale ad assumere la responsabilità di raccontare a tutti, e oggi in particolare alle donne, che c’è sempre una alternativa alla via che ti porta a subire passivamente la violenza di qualunque genere. L’unica via percorribile è sempre quella di rivolgersi alle istituzioni o agli sportelli antiviolenza che hanno il compito di gestire nell’anonimato e nel rispetto della se]nsibilità delle donne, qualunque tipo di violenza esse si trovano a dover contrastare”.

 

 

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