Una situazione kafkiana, si potrebbe definire, quella in cui si è ritrovato Toto Cordaro, assessore regionale al Territorio, che afferma che la Procura di Termini Imerese lo ha scambiato per un pregiudicato, un uomo colpito da sentenze passate in giudicato per i reati di lesioni e omicidio colposo.
“Il Cordaro indicato nell’avviso di conclusioni indagini che mi è arrivato non sono io, è un mio omonimo pregiudicato – afferma l’assessore della giunta Musumeci -, il mio casellario giudiziale è pulito“.
Il politico, tra le persone finite nella lente d’ingrandimento della magistratura nell’ambito della maxi inchiesta di Termini Imerese che vede inquisite 96 persone tra politici e imprenditori per voto di scambio, dopo avere ricevuto l’avviso di conclusione indagini, ha scoperto che sul Cordaro indicato nel provvedimento pendeva una recidiva generica, che può riguardare solo pregiudicati, e quindi non l’assessore, il cui casellario giudiziale risulta essere intonso.
“Faccio l’avvocato da 25 anni ma non mi era mai successa una cosa simile – dice Cordaro – Mi contestano una recidiva generica, ma la recidiva riguarda soltanto i pregiudicati. E io non lo sono“.
Cordaro, che ha appreso della ‘recidiva’ da un articolo di giornale, dopo aver fatto un accesso agli atti, ha scoperto che la recidiva segnalata dalla Procura di Termini, guidata da Ambrogio Cartosio, riguarda un suo omonimo, nato il 18 agosto 1971, “mentre io sono nato il 18 agosto 1967. Una tale superficialità desta in me una grandissima preoccupazione. Sono qui per rassegnare il mio stupore per l’indagine in corso che riguarda anche me“.
L’assessore ripercorre le fasi che lo hanno portato alla scoperta del fatto: “Leggo che sarei stato mediatore o tramite circa un ipotetico accordo di scambio elettorale tra tale Rio e il candidato sindaco Francesco Giunta – dice- A un certo punto un mio collaboratore scopre che sono recidivo da un articolo di giornale. Lo stupore si accresce e mi vado a rileggere avviso conclusione indagini e scopro: con la recidiva generica di Cordaro. Non sono mai stato processato ne’ condannato. Devo la verità ai siciliani. Così vado in tribunale e tiro fuori casellario giudiziale e carico pendenti. Che è pulito – dice ancora – Mentre non lo è quello del mio omonimo con il quale sono stato scambiato“.
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