“Siamo prossimi a chi è segnato dalle conseguenze di questa pandemia: famiglie, malati e poveri. Non rivendichiamo privilegi ed esenzioni ma solo la nostra appartenenza a Cristo crocifisso e risorto che continua a radunare la Chiesa nel Suo giorno: la Domenica“. Queste le parole dell’Arcivescovo di Palermo, don Corrado Lorefice a seguito delle nuove ordinanze emesse dal premier Conte a causa dell’emergenza del Coronavirus.
Dura la reazione della Chiesa dopo le parole del premier per illustrare la Fase 2. “I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale“. Lo afferma la Cei in una nota dal titolo “Il disaccordo dei vescovi” sui contenuti del Dpcm.
La Presidenza del Consiglio prende atto della comunicazione della CEI e conferma quanto già anticipato in conferenza stampa dal Presidente Conte. “Già nei prossimi giorni – si legge in una nota – si studierà un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza“.
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