Sono sempre più nere le prospettive per l’economia regionale a causa dell’emergenza Coronavirus che ha visto la chiusura obbligata della stragrande maggioranza delle attività dell’Isola. Per le imprese in Sicilia si prospetta una ecatombe, con perdite di fatturato stimate tra i 5,1 e i 10,5 miliardi di euro.
Lo scenario a tinte fosche, per usare un eufemismo, è quello dipinto da uno studio del Cerved, al quale il dipartimento dell’Economia della Regione si è affidato per la pianificazione degli interventi economico-finanziari per fronteggiare la grave crisi causata dall’emergenza Covid-19.
Le ipotesi tenute in considerazione dal Cerved sono due, quella base e quella pessimistica, basate sull’orizzonte temporale della crisi in atto. Se l’emergenza dovesse terminare a maggio, le perdite per il sistema produttivo sarebbero del 9,6%, con un calo di fatturato di 5,1 miliardi; nell’ipotesi peggiore, con l’emergenza fino a dicembre, la contrazione arriverebbe al 19,7% con un crollo del fatturato di 10 miliardi e mezzo.
Secondo lo studio, le attività che subiranno le maggiori ripercussioni sono il settore alberghiero e quello delle agenzie di viaggio: nel primo caso le perdite vengono stimate tra il 37,5% e il 73,3%, nel secondo tra il 35,5 e il 68,8%. “Questo scenario induce a riflettere sulla necessità di programmare iniziative di carattere finanziario economico più forti ed integrate a livello regionale”, si legge nel rapporto dell’assessorato all’Economia.
Il settore turistico, come detto, sarà quello che subirà i danni più ingenti, come preconizza anche un altro studio realizzato dal servizio statistica ed analisi economica della Regione siciliana, a inizio marzo. In questo caso si è stimato che, limitatamente al periodo febbraio-maggio di quest’anno, in Sicilia la riduzione delle presenze turistiche genererà una perdita economica sul valore aggiunto di oltre 700 milioni di euro, pari all’11,4% dei consumi turistici del 2019, con la perdita di 13.600 posti di lavoro.