In Sicilia, dove l’epidemia da Coronavirus è contenuta a eccezione per alcuni focolai, è possibile effettuare studi di siero prevalenza e siero conversione. Lo rileva il Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid-19 nell’Isola, in un parere trasmesso all’assessorato regionale della Salute sull’utilizzo dei test rapidi e dei test sierologici. Esami questi ultimi già iniziati in alcuni regioni come l’Emilia-Romagna.
Secondo gli esperti “ci sono sufficienti evidenze scientifiche che sorreggono la validità e l’utilità di questi test rapidi in ausilio alla sierologia classica e ai tamponi rinofaringei“. I componenti del Comitato, facendo esplicito riferimento agli asintomatici, rilevano in particolare che “in questi soggetti – si legge nel parere – andrà eseguito il test rapido con card come prima scelta. Se sia le IgM (immunoglobuline M) che le IgG (immunoglobuline G) risulteranno negative e il soggetto è a basso rischio allora può essere considerato non infetto, con sufficienti probabilità logiche e scientifiche“.
Un parere che fa bene sperare e che arriva a poche ore dall’annuncio, da parte dei ricercatori dell’Università di Pittsburgh partner con l’Ismett, di un “vaccino-cerotto“. Potrebbe bastare quindi una semplice analisi del sangue per capire se l’organismo ha gli anticorpi per fronteggiare il virus. Al netto delle differenze tra i vari test in fase di validazione, si tratta di accertamenti più rapidi ed economici rispetto ai tamponi e che richiedono minori norme di sicurezza per chi li effettua perchè il campione da analizzare non prevede il maneggiamento di materiale infetto da virus in forma attiva. La comunità scientifica è però ancora divisa, c’è infatti chi sottolinea anche i limiti di questa metodologia come l’attendibilità che non raggiunge il 100% e il fatto che rimangono test esclusivamente qualitativi. Il risultato quindi non è espresso in valori numerici ma semplicemente come positività o negatività.