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La nota

Corte dei Conti, criticità nella gestione di Agrigento capitale della cultura

venerdì 31 Ottobre 2025
La sezione di controllo per la Regione siciliana in 196 pagine di relazione dopo il contraddittorio documentale, completato con il contraddittorio espletato nell’adunanza del 7 ottobre, “conferma integralmente la sussistenza in concreto di tutti i profili di criticità gestionale analiticamente indicati nella bozza di referto” dell’iniziativa Agrigento capitale italiana della cultura.
Per la Corte “nessuna delle criticità di sistema individuate nello svolgimento dell’istruttoria può ritenersi inesistente o integralmente superata, poiché non risultano acquisiti né documentati agli atti, elementi e circostanze utili ed idonee a dimostrare il conseguimento degli obiettivi indicati nel dossier di candidatura, con specifico e puntuale riferimento al recepimento e percezione diffusa del valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione, la creatività, l’innovazione, la crescita, lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo; la visibilità ed attrattività del territorio e del suo patrimonio storico-artistico paesaggistico e monumentale, valorizzato per iniziative di promozione culturale idonee a conferire impulso allo sviluppo sociale, economico e civile del territorio della provincia di Agrigento; l’attivazione di meccanismi virtuosi e di percorsi di valorizzazione del territorio“.
La Corte scrive che “tutti i punti di criticità, che si procede a riprendere dimostrano la sussistenza di profili gestionali tuttora emendabili“. Per i giudici contabili ci sono criticità “sulla razionalità organizzativa e sull’efficienza gestionale dell’iniziativa, sussistono rilevanti profili d’incertezza sull’adeguatezza, sulla corrispondenza e sul coordinamento delle attività gestionali di attuazione, rispetto ai contenuti dei 44 progetti indicati nel dossier della candidatura“. C’è “confusione e commistione” tra le attività di realizzazione dei 44 progetti indicati nel dossier di candidatura e le attività progettuali collegate ai finanziamenti provenienti dal bilancio regionale, “poiché proprio le diverse competenze programmatorie ed attuative, rispettivamente spettanti alla Fondazione Agrigento 2025 per i 44 progetti del dossier, ed al Comune di Agrigento per le iniziative dei progetti collegati e gli investimenti infrastrutturali di contesto territoriale, richiedono una costante collaborazione, cooperazione e coordinamento istituzionale tra l’ente locale ed il suo organismo derivato, come chiaramente ed inconfutabilmente si evince dalla composizione del consiglio di amministrazione della Fondazione e della cabina di regia istituita presso l’Assessorato regionale-Dipartimento per la cultura“.
Vi sono “rilevanti e significativi ritardi nella rendicontazione delle somme utilizzate a valere sui finanziamenti rispettivamente, statali (Ministero Cultura) e regionali“. Per i magistrati “non sussiste alcuna evidenza istruttoria sulla utilizzazione di strumenti dedicati alla verifica di congruità dei costi contrattuali (considerando anche le peculiarità delle attività dello spettacolo culturale), ed alla verifica dei risultati (positivi o negativi) collegati all’avviamento ed alla realizzazione dei singoli eventi (presenze alle singole manifestazioni, grado di soddisfacimento delle aspettative degli stakeholders, incremento della mobilità territoriale di matrice turistica eccetera), non essendo stati acquisiti elementi significativi di rilevanza dirimente nel corso del contraddittorio su entrambi i profili“.
La Sezione rimette “alle future attività di controllo la valutazione sui risultati effettivamente conseguiti a chiusura dell’iniziativa Agrigento Capitale della Cultura 2025, nel cui ambito è compresa la liquidazione della Fondazione di partecipazione, a seguito della rendicontazione finale da compiere sui progetti eseguiti e sui costi sostenuti“.
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