“In Sicilia i costi dell’energia elettrica nel mercato di salvaguardia hanno raggiunto livelli elevati”. Lo rileva Anci Sicilia che negli anni scorsi aveva incontrato i responsabili dell’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) per tentare di trovare delle soluzioni evidenziando come i valori del parametro “omega” – il coefficiente utilizzato per calcolare il prezzo dell’energia elettrica nel mercato di salvaguardia – fossero estremamente elevati per i comuni dell’Isola e di gran lunga maggiori rispetto ad altre regioni d’Italia e come tutto questo mettesse in serio pericolo la qualità dei servizi essenziali erogati a cittadini e contribuisse a far schizzare i costi anche della Tari e del servizio idrico.
Nel territorio siciliano, sostengono da Anci Sicilia, tale parametro, che serve a determinare il margine di commercializzazione che il fornitore di salvaguardia può applicare al prezzo dell’energia, ha raggiunto il livello record di 202,41 euro/mwh con un aumento di 184,61 euro/mwh rispetto al biennio 2021-2022 e di 162,45 euro/mwh rispetto al biennio 2019-2020.
“A tutela dei comuni siciliani – spiegano il presidente e il segretario generale di Anci Sicilia, Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano – abbiamo incaricato un team di avvocati che ha già formalizzato un documento con osservazioni e proposte per evitare un’ulteriore esplosione dei prezzi dovuti all’incremento del parametro “omega” e per chiedere un indispensabile intervento che neutralizzi il rischio di nuovi e insostenibili rincari del servizio di salvaguardia”.
Adesso Anci Sicilia ha presentato formalmente le proprie osservazioni sul documento per la consultazione che, attraverso un’asta al ribasso, fisserà entro il prossimo autunno le nuove tariffe per il biennio 2025/2026.