Al via la sperimentazione di una nuova generazione di vaccini anti-Covid: da quelli “a mosaico” a quelli “autoamplificanti“.
I vaccini hanno salvato circa 20 milioni di persone, ma i ricercatori stanno studiando un modo per renderli “ampiamente protettivi”, non solo nasali e bivalenti o aggiornati, ma anche altri basati su nuove tecnologie e piattaforme.
Attualmente sono più di 50 quelli già approvati e ce ne sono centinaia in studi clinici in fase iniziale e avanzata. Alcuni di questi puntano a generare una risposta immunitaria contro particolari regioni della proteina spike che sono conservate nelle varianti e una di queste regioni è il dominio legante il recettore (RBD).
L’Università di Washington a Seattle e al California Institute of Technology (Caltech) a Pasadena, stanno sviluppando vaccini “a mosaico”, composti da una nanostruttura a cui sono attaccati frammenti di proteine spike provenienti da 8 diversi coronavirus, che potrebbe proteggere da una varietà di virus simili a Sars-Cov-2, comprese le varianti: in questo caso, quando una cellula B riconosce più di un RBD – attaccandosi a regioni conservate da più specie di virus – vi si lega fortemente, permettendo alla cellula B di produrre più anticorpi. Gli studi, per ora su animali, suggeriscono risultati positivi.