“I dati resi noti dal Ministero della Giustizia sul Covid in carcere sono allarmanti, 500 fra i detenuti e 400 fra la Polizia Penitenziaria.
Malgrado gli sforzi dei direttori, che fino ad ora hanno dimostrato buone capacità organizzative, il Covid incalza con la variante Omicron, che ha costretto il Governo ad emettere nuove, stringenti, condizioni per la vita sociale“. Lo dice Pino Apprendi presidente di Antigone Sicilia.
“È il momento di interrogarsi – ha aggiunto – per rivedere una serie di norme che possono ‘alleggerire’ la presenza fisica all’interno del carcere, agevolando la possibilità di scontare pene alternative, un modo per scongiurare eventuali contagi di massa, anche in considerazione del fatto che molte delle attività trattamentali non potranno avere luogo, a causa del fatto che i volontari in alcune carceri sono assenti, il servizio sanitario é carente per assenza di personale e, la stessa Polizia Penitenziaria è sottodimensionata rispetto alle esigenze”.
I due rappresentanti dell’ Osservatorio nazionale carceri di Antigone, Pino Apprendi e Francesco Leone, nell’ultimo mese hanno visitato le carceri di Caltanissetta, Sciacca, Trapani, Caltagirone e Palermo e hanno avuto modo di constatarne le criticità, che sono comuni alla maggior parte degli Istituti.