Il Covid cancella concertoni e feste di piazza in molte città italiane per il Capodanno. A causa della continua crescita dei contagi e dell’avanzare della variante Omicron, anche questo passaggio al 2022 non sarà suggellato da appuntamenti musicali e da brindisi di popolo. Molti sindaci, infatti, hanno deciso di annullare anche quest’anno gli eventi tradizionali di san Silvestro.
Esattamente come l’anno scorso quando però – differenza non da poco – l’Italia era in piena emergenza pandemica, con le Regioni per lo più colorate di rosso e arancione e i ‘confini’ chiusi. Adesso la situazione è sì migliorata ma la prudenza è ancora molto alta e così dal Nord al Sud in tanti hanno deciso di annullare gli eventi, compresi i mercatini natalizi, che porterebbero inevitabilmente ad assembramenti. Gli ultimi a decidere in tal senso sono stati Roma e Napoli.
Nella Capitale non ci sarà il classico mercatino di Natale in piazza Navona e il concerto già in programma al circo Massimo non si terrà perché, come ha detto il sindaco Roberto Gualtieri, bisogna “dare priorità alla protezione della salute dei cittadini” e quindi evitare “eventi che comportino assembramenti perché potrebbe essere imprudente in questa fase”.
Stessa decisione in Campania dove un’ordinanza firmata dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca, stabilisce che tra le disposizioni e raccomandazioni in materia di contrasto e prevenzione del contagio da Covid-19, non si possano svolgere feste in piazza per Capodanno: “Nei luoghi pubblici all’aperto – si legge nel documento – e’ fatto divieto di svolgimento di eventi, feste o altre manifestazioni che possano dar luogo a fenomeni di assembramento o affollamento”.
Ma già altre città avevano deciso di stoppare eventi pubblici di fine anno, da Milano, dove l’opzione festeggiamenti in piazza non e’ mai stata presa in considerazione, a Palermo, dove non ci sarà il concerto in piazza Politeama (anche se in realtà sembra che la decisione sia legata non alla pandemia ma a problemi di bilancio). E poi molte città di Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino ed Emilia Romagna, hanno deciso di evitare veglioni pubblici. Il Paese, insomma, si prepara al 2022 ma lo fa all’insegna della prudenza.