“Sin dalla prima fase della pandemia abbiamo prestato attenzione ai passeggeri in arrivo. Addirittura a febbraio dello scorso anno abbiamo invitato comitive di turisti del nord, già prenotati, a rinviare la loro venuta nell’Isola per evitare possibili contagi. I fatti mi hanno dato ragione. In questa seconda fase la realizzazione di presidi negli scali aeroportuali e portuali, a cominciare dallo stretto di Messina, ha costituito uno strumento di controllo assai prezioso“.
Lo ha detto a “La Nuova Sardegna” il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, spiegando il sistema di controlli adottato dall’isola e che il governatore sardo Christian Solinas vorrebbe ricalcare.
“Abbiamo iniziato il 14 dicembre mobilitando centinaia di medici e di personale volontario – ha detto ancora Musumeci – Alternati su più turni sono circa 200. Abbiamo anche chiesto la collaborazione di medici pensionati. Negli aeroporti di Palermo e Catania il risultato è stato estremamente soddisfacente. Alle postazioni negli scali aeroportuali, portuali e nello stretto abbiamo aggiunto anche il drive in che ha consentito a migliaia di persone in auto, e con attese assolutamente fisiologiche, di potersi sottoporre a tampone. A Catania su 72mila controllati sono risultati positivi 170. A Palermo su 41mila positivi 198. Dimenticavo Trapani: sostanzialmente abbiamo tenuto sotto controllo gli accessi nell’isola. Questo ha rasserenato la comunità”.
E sulle polemiche in Sardegna: “Non abbiamo avuto opposizioni da parte del Governo, anche perché di volta in volta abbiamo informato il ministro Speranza. Sono l’ultimo a poter valutare le scelte di Christian Solinas, mio collega e amico e molto attento alle sorti della sua isola”.
Musumeci conclude: “Continuiamo a vigilare, i numeri sono altalenanti, c’è sempre il pericolo che la maggioranza dei cittadini creda che zona gialla sia un ‘liberi tutti’. Ci prepariamo per essere puntuali all’ora X della riapertura, per consentire agli operatori economici di prende una boccata d’ossigeno. Tutto è legato alla possibilità di vaccinare prima possibile la stragrande maggioranza dei siciliani”.