“Non possiamo più girarci dall’altra parte. A Palermo, un’intera generazione sta sprofondando nel silenzio. L’emergenza crack è solo la punta dell’iceberg. Il vero dramma è quello che manca prima: lo spazio per crescere, la possibilità di sognare, di muoversi, di stare insieme. E soprattutto manca lo sport, quello vero, quello accessibile, gratuito, pubblico”, dice Carmelo Greco, presidente dell’Associazione Faremondi.
Secondo i dati più recenti dell’Asp di Palermo, oltre 300 minori sono già stati intercettati dai servizi per dipendenza da crack, e gli accessi sono cresciuti del 40% negli ultimi due anni. Il consumo inizia spesso tra i 12 e i 14 anni. E in parallelo, la dispersione scolastica tocca punte del 22%, tra le più alte d’Italia.
“Ma ciò che brucia, prima della droga, è l’assenza di alternative reali. Oggi a Palermo meno del 15% dei quartieri popolari ha accesso a una struttura sportiva comunale funzionante. Le palestre scolastiche il pomeriggio restano chiuse. E se vuoi praticare sport, devi pagare: un abbonamento, una quota mensile, una tessera che molte famiglie non possono permettersi. Il risultato? Migliaia di bambini e ragazzi non fanno sport. Mai”, continua Greco.
“Ma lo sport non è un lusso. È un diritto. È prevenzione, salute, socialità. È uno degli strumenti più potenti per contrastare il disagio, la noia, la dipendenza. Dove c’è un campo da calcio, un tatami, un canestro, un allenatore, la droga fa più fatica a entrare. Dove c’è squadra, c’è comunità”, sottolinea ancora.
Per questo oggi chiediamo un intervento politico strutturale e urgente:
- Un piano triennale per riqualificare e aprire impianti sportivi comunali nei quartieri fragili.
- Un fondo dedicato per garantire la gratuità dell’accesso sportivo ai minori sotto i 18 anni in situazione di disagio.
- La riattivazione pomeridiana delle palestre scolastiche, con convenzioni per associazioni sportive e sociali.
- Il sostegno economico e formativo agli educatori sportivi di quartiere.
“Non serve una rivoluzione, serve volontà politica. I fondi del PNRR, della coesione territoriale, del bilancio comunale possono essere orientati verso ciò che davvero cambia la vita dei giovani”, dice Greco.
“Lo sport è il primo antidoto. È molto più efficace di una volante, di una terapia imposta o di un processo. Lo sport è il primo posto dove si impara che ogni errore si può trasformare in ripartenza”, conclude.
“Facciamo di Palermo una città in cui nessun ragazzo debba pagare per sentirsi incluso. In cui il talento non vada perduto per mancanza di scarpe, spogliatoi, o attenzione. Restituiamo ai nostri giovani il diritto di correre, saltare, vincere e perdere. Ma insieme. La tossicodipendenza giovanile non è il problema, è la ferita aperta di una città che ha perso la capacità di proteggere i suoi sogni più fragili. Ridare ai giovani dei luoghi è già un atto di cura. Perché dove si crea comunità, la dipendenza smette di essere rifugio. Palermo deve tornare a essere una città in cui i giovani possano restare, senza dover scomparire per esistere”.