Grandi manovre in casa Pd in vista delle prossime elezioni regionali siciliane e del congresso dei Dem, nel quale a Matteo Renzi si contrappongono il ministro Andrea Orlando e il governatore pugliese Emiliano.
Un nome in queste ore si sta insinuando nella’area renziana: è quello di Antonello Cracolici. Già, proprio lui. Ieri l’ex capogruppo Pd e attuale assessore all’Agricoltura del governo Crocetta era a Roma, dove ha incontrato l’ex premier. E – come riportato dall’edizione locale di Repubblica – l’esponente palermitano potrebbe a sorpresa allearsi proprio con Renzi, garantendogli il proprio sostegno al congresso.
La notizia di un accordo Cracolici-Renzi circolava già dal pomeriggio di ieri e – confermata a mezza bocca da fonti di partito – costituisce un vero e proprio terremoto in casa Pd. Intanto, perché fino ad ora appariva scontata la posizione di Antonello Cracolici in favore della mozione congressuale di Andrea Orlando. Quel che però sbaraglia davvero gli equilibri interni è che l’abbraccio di Cracolici con Renzi potrebbe, di fatto, rivoluzionare i rapporti interni nel Pd siciliano, dove fino ad ora il referente politico dell’ex presidente del Consiglio era Davide Faraone.
Una mossa del genere, di fatto, apre scenari nuovi, anzi nuovissimi, perché Faraone potrebbe essere messo all’angolino dalla presa di posizione di un politico di razza come Cracolici, la cui conversione renziana avrebbe effetti sia sulle candidature in vista delle Regionali, che sulle amministrative di Palermo. Nel primo caso, infatti, nonostante la decisione già resa nota dal governatore Crocetta di ricandidarsi “unilateralmente”, in caso di primarie, non è un mistero che il candidato naturale dell’ala renziana sia proprio Faraone. Forse, però, da oggi si dovrebbe parlare al passato, visto che a questo punto Renzi potrebbe puntare sulla novità Cracolici, che non ha mai fatto mistero di essere interessato alla candidatura per la presidenza della Regione, qualora gradito al Pd.
In tal caso, nell’ipotesi primarie, Cracolici potrebbe godere proprio dell’investitura ufficiale del partito per puntare diritto a Palazzo d’Orleans. Dal canto suo, quest’ultimo potrebbe garantire a Matteo Renzi un pacchetto di delegati e di voti al congresso, che in questo momento di difficoltà per il politico fiorentino non guastano di certo.
Dall’entourage di Cracolici, intanto, fanno sapere che nessuna decisione è stata ancora presa, anche perché l’incontro con i militanti e i dirigenti Pd a lui vicini avverrà solo nei prossimi giorni. Comunque, l’ipotesi neo-renziana dell’assessore all’agricoltura non sarebbe del tutto sgradita ai suoi, anche alla luce del fatto che già nei mesi scorsi, in occasione del referendum costituzionale, Cracolici si era schierato con il “Sì”, proprio come il segretario nazionale Pd.
Infine, la partita si gioca anche sul tavolo di Palermo, dove Cracolici punta a far presentare la lista del Pd, “cancellata” forse un po’ troppo frettolosamente dal segretario provinciale Miceli che preferisce puntare su una lista civica che appoggi Leoluca Orlando: ipotesi questa che ha fatto andare su tutte le furie diversi esponenti Dem palermitani, che non vogliono rinunciare al simbolo di partito.
Insomma, partita aperta e carte sul tavolo. Mentre l’inossidabile posizione di Davide Faraone quale leader assoluto dell’ala renziana in Sicilia appare scricchiolare e non poco.
LEGGI ANCHE
Sussulti in casa Pd, che hanno in comune il neodem Renzi e il compagno Cracolici?