Ufficializzata la crisi di governo con il Presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte che ha rassegnato le dimissioni, adesso nell’agone politico si cerca di capire quale futuro aspetta al Paese. Di questo, della pandemia da coronavirus e di tematiche legate al territorio abbiamo parlato con Fabrizio Ferrandelli, luogotenente di +Europa in Sicilia.
Di seguito l’intervista.
Crisi di governo, era necessario arrivare a questo punto? Di chi è la responsabilità, di Conte o di Renzi?
Ritengo che in questa precisa fase politica non sia il momento di individuare le responsabilità, ma essere tutti quanti responsabili e dare un contributo a gestire la crisi. È evidente, tuttavia, che come in una pentola a pressione tutte le storture che noi avevamo individuato e segnalato per tempo nella nascita del Conte bis siano venute a galla. In pieno tracollo economico e finanziario e nel pieno di una pandemia mondiale, ritengo che l’Italia abbia bisogno innanzitutto di una grande campagna vaccinale e non di una campagna elettorale. abbiamo bisogno di mettere in sicurezza il paese e non delle urne.
A questo punto le prospettive di cui si parla con più insistenza sono un Conte ter o andare alle elezioni. C’è una terza via? Emma Bonino, leder di +Europa, ha parlato, per esempio di un’altra maggiorana possibile. Che ne pensa?
Per questo riteniamo che si debba superare il governo Conte e allargare la compagine della responsabilità parlamentari a tutte le forze politiche antisovraniste seguendo il modello europeo della maggioranza “Ursula”.
La gestione della pandemia, con l’emergenza sanitaria in atto e l’economia al tracollo, è una priorità urgente. Non si dovrà perdere tempo per trovare un altro governo al Paese. Quali devono essere i primi provvedimenti ai quali si dovrà dedicare il prossimo esecutivo?
Davanti a questa prospettiva di certo le forze liberal democratiche ed europeiste, la nostra in testa , sarebbero disponibili e pronte a dare un grande contribuito a partire dalla rimodulazione del Mes, dall’emergenza occupazionale, e dare immediate risposte ai cittadini in attesa della cassa integrazione, delle imprese in ginocchio e del Mes. Il nostro terreno naturale insomma.
La Sicilia è in zona rossa, ma negli ultimi giorni si è registrato un calo dei contagi, tanto che il presidente Musumeci ha ipotizzato la revoca della stessa qualora i contagi dovessero continuare a scendere. Che ne pensa?
In Sicilia purtroppo il governo regionale ci appare schizofrenico, senza nessuna programmazione ed è causa di continue incertezze. Un giorno Musumeci pensa di aprire tutto, l’altro di chiudere tutto e prolungare la zona rossa, l’altro ancora di ripartire senza una pianificazione concreta e penalizzando soltanto alcune categorie al contrario di altre con pari rischi. Nella città di Palermo, poi, assistiamo alla stasi più totale nell’assenza di controlli e con scarse interlocuzioni e nessun tipo di riscontro pratico.
A Palermo il sindaco Orlando ha fatto più volte appello alla responsabilità dei cittadini, ma in questi giorni si sono registrate comunque diverse violazioni dei protocolli e delle norme anticovid. Colpa dei palermitani, controlli poco efficaci o normative inadeguate?
Credo che ci sia bisogno di una nuova linfa, di nuovo vigore, di nuove energie, di persone più competenti e preparate, ma soprattutto di grande umiltà e capacità di ascolto, di sintesi e di risoluzione dei problemi, con tavoli condivisi e tempi brevi e certi. Tutto questo passa, dal mio punto di vista, da un nuovo governo a Roma come in Sicilia.